Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/495

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FRANCESCO MARIA ZANOTTI dire, che le passioni sieno di lor natura cattive, spingendo talvolta l’uomo alle cose disoneste; poiché lo spingon talvolta anche al¬ le oneste. 52. Zanotti ii, c. x, 57 (Virtù in generale, § 49): Che la virtù, e similmente l’azion virtuosa, consista in mediocrità, cioè a dire in un certo mezzo posto fra due estremi, l’un de’ quali cade in difetto, l’altro trascorre in eccesso, è stata senza dubio opinion fer¬ missima d’Aristotele. 53. Zanotti ii, c. x, 58 (Virtù in generale, §§ 51-52): Aristotele dunque argomentava così. Tutte le cose bene e retta- mente constituite stanno in mezzo tra l’eccesso, e il difetto: la fatica ret¬ tamente presa non dee essere nè troppa, nè poca: l’asta non dee essere nè troppo lunga, nè troppo corta; il vento al navigante non si vuole nè troppo gagliardo, nè troppo debole; e così avviene di mille altre cose. Perchè non diremo lo stesso della virtù?La quale essendo ot¬ tima fra tutte, par bene, che debba fra tutte essere sgombra d’ogni eccesso, e d’ogni difetto. 54. Zanotti ii, c. xii, 60-61 (Virtù in generale, §§ 63-64): E quistione assai sottile, e degna della considerazion de i filosofi, se possa essere un’azione indifferente, la qual non sia nè onesta, nè disone¬ sta. E primamente considerando l’azione in astratto par, che tutti s’ac¬ cordino a dire, che possa ella essere indifferente, cioè nè onesta, nè di¬ sonesta. In fatti chi dirà, che l’azion del passeggiare, sia onesta? E nè meno però si dirà, che sia disonesta. (...) onde pare indiffe¬ rente. 55. Zanotti ii, c. xii, 61 (Virtù in generale, § 65): Ma se poi si consideri l’azione in chi la fa, secondo le circostanze tutte, è gran quistione, se indifferente esser possa; (...). 517