Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/519

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FRANCESCO MARIA ZANOTTI 152. Zanotti v, c. xiii, 155 (Qualità dell’animo, § 46): (...) chi ama se stesso come conviene, non cerca il piacere se non quanto virtù gliel consente, e noi cerca di modo alcuno proponen¬ dogli la virtù; nel che segue le cose, che a lui son buone, se¬ guendo l’amor di se stesso rettissimamente. 153. Zanotti v, c. xiii, 156 (Qualità dell’animo, § 49): Quanto alla prima, seguendo Aristotele, dico che l’amor di se stesso tanto non si oppone all’amicizia, che anzi la ricerca, e la vuole. E la ragione è questa: l’uomo tratto dall’amor di se stesso vuole tutte le cose, che a lui son buone; ora l’amicizia è a lui buona, dunque dee es¬ sere tratto dall’amor di se stesso a volerla. 154. Zanotti v, c. xiii, 156 (Qualità dell’animo, § 48): Quanto alla seconda quistione; dico che l’uno amico più ama se stesso, che l’altro amico. E la ragione si è. Benché l’uomo voglia la felicità sua, e la felicità dell’amico, senza riferire nè questa nè quella ad altro fine; v’ha però questa differenza, eh’e’ vuole la felicità sua per certo istinto impressogli dalla natura, a cui non po¬ trebbe resistere, quand’anche volesse; ma la felicità dell’amico la vuole per elezione; e non è alcun dubbio, che più forte è l’impulso dell’i¬ stinto, che quello dell’elezione. 155. Zanotti v, c. xiii, 157 (Qualità dell’animo, § 47): Quanto alla terza quistione, spero, che i Peripatetici non do¬ vranno di me dolersi, se, avendo io seguito Aristotele in tante altre opinioni, da lui mi scosto in una; e dico, che quantunque l’uomo ami se stesso, non dee però poter dirsi propriamente amico di se stesso; perciocché l’amicizia vuole necessariamente scambievolezza, la qual non ritrovasi in un soggetto solo.