Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1000

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che non dia tutti i..., l’ultima parola che vuol dire?1 perchè non mi è riuscito d’intenderla, e sarei curioso di sapere che cosa sia quello che voi avete in animo d’intraprendere. Quanto alle tra- duzioni dal latino, non credo di aver nulla che faccia al propo- sito vostro, poiché non ho altro che quella del secondo dell’E- neide, e quella del Moretum in sesta rima. Mi domandate se m’in- caricherei di farne qualcuna. Vi dico liberamente che a tradurre dal latino io sono poco inclinato, e non mi vi risolverei se non per l’una delle due cause, o buon guadagno, o molta amicizia. Non so se voi mi facciate questa proposizione per voi o per altri. Ditemi, vi prego, più specificatamente la vostra intenzione, e di quali opere latine si tratterebbe. A Giordani vi prego di tenermi sempre ricordato e raccomandato. Non potergli in nes- sun modo scrivere direttamente, è una vera disperazione. Forse in altra mia vi parlerò di un’impresa che mi è venuta in capo.2 Amatemi e comandatemi. Vi abbraccio e con tutto il cuore mi ripeto Vostro affettuosissimo amico. Leopardi

682. Di Carlo Antici.
Roma 23 Marzo 1825

Caro Nepote La vostra letti dei 5 cori mi ha recata grave afflizione per le tri- sti nuove della vostra tanto indebolita salute. Io ve l’ho sempre pre- detto (benché inutilmi sempre) che o dovevate vostro malgrado pas- seggiare molto all’aperto, o i vostri nervi cedevano nelle loro funzioni. Se volete ristabilirvi domandate al medico gli attonanti, ed esercita- tevi ogni giorno, specialmi adesso nelle mattine con lunghi e lenti passeggi. Voi ricuperate sicurami, entro due mesi, le forze dei vostri muscoli se spesso scendete e salite pei nostri or ora vaghissimi colli, non di altro occupandovi, che di mirare quanto offre allo sguardo il nostro variatissimo orizonte. Se persistete nel vostro malaugurato ritiro, sarete sempre infermiccio, e lo sarete per vostra colpa.