sforzaste a deporre la vostra non lodata taciturnità, e che assumeste
con lui, e con gli altri maniere ed espressioni obbliganti. Verba ligant
homines. E il pretendere di affezionarceli con un contegno repellente
è lo stesso che impiegare un pezzo di legno in luogo della Calamita.
Addio Caro Nepote. Vorrei, che presto conosceste il mondo da tutte
le facce, come lo conosco io. Allora sì, che sentireste tutto il pregio
di essere sciolto da ogni domestica, e pubblica cura per darvi tutto
ai buoni studi. Ma ancor questi non sono, che trastulli o vani, o per-
niciosi, se altro scopo non hanno che di sodisfare la naturale inclina-
zione, o di mercare una fuggevole fama. Meditate profondamente
Lamennais, e Bonald, leggete ogni giorno il Kempis, o meglio la Bib-
bia. Formerete la vostra felicità, e saprete coi vostri scritti formare
l’altrui. Il tempo ha bisogno di pensatori cristiani, ed eloquenti.3
Dipende da voi di riunire queste due qualità. Ve ne porge gli augurj
Il V.° Aff.° Zio Carlo Antici.
[s.d., ma Recanati, luglio 1825] |
Carissimo Zio
Dentro questi giorni io dovrei, se a Dio piace, partire per
Milano col consenso dei miei genitori, per restarvi forse qual-
che mese. Verrò prima a salutarvi e a chiedervi i vostri comandi.
Intanto il vostro cuore e la bontà che mi avete sempre mostrata
mi danno animo di farvi una preghiera, e non arrischiandomi
di farvela a voce, scrivo la presente, la quale ho pregato il Sig.
Curato di presentarvi. Voi sapete lo stato della nostra famiglia,
e conoscete bene la cagione per cui non ardisco d’importunare
i miei genitori con certe domande. Se Voi poteste sommini-
strarmi qualche cosa per questo viaggio, Voi mi fareste un favore
del quale io vi professerei una cordialissima e tenerissima grati-
tudine, e che accrescerebbe i sentimenti di amore e di ricono-
scenza che io ho già debitamente per Voi. O piccola o grande
che fosse la quantità di cui vi piacesse di favorirmi, essa mi
sarebbe un pegno della vostra bontà, ed io ve ne sarei grato