Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1032

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705. A Ettore Leopardi.
Bologna 22 Luglio 1825

Caro Zio. Non voglio partire da Bologna senz’avervi scritto, sapendo quanto interesse voi prendiate alle mie nuove per vostra bontà. Sono giunto qui, come forse saprete, fino da Domenica scorsa. Ho dubitato molto se dovessi continuare il viaggio fino a Milano, tanto più che il caldo fino a ieri è stato insopportabile, e che molti amici di qui mi hanno fatto premura di fermarmi in Bolo- gna per attendere a certe imprese letterarie.' Nondimeno l’im- pegno già contratto a Milano mi ha finalmente deciso a lasciare questa città, quantunque di mala voglia. Ieri avemmo gran piog- gia e grandine, e questa mattina ancora ha piovuto, sicché il caldo è più soffribile. Io partirò, credo, Lunedi o Martedì. Da Milano, piacendo a Dio, tornerò a scrivervi. Intanto datemi o fatemi dare le vostre nuove, che desidero e spero buone. Salu- tatemi tutti di casa e il Sig. Curato. Vogliatemi bene quanto io ne voglio a voi, comandatemi se posso servirvi, e credetemi pieno di amore e di riconoscenza per sempre Vostro affettuosissimo Nepote Giacomo

706. A Monaldo Leopardi.
Bologna 22 Luglio 1825

Cariss. Sig. Padre. Ho ricevuta la cara sua dei 15.1 Nella mia di Lunedì scorso fui brevissimo perchè mi trovava la testa imbarazzata da mille faccende a cui non sono assuefatto. Mi dimenticai anche di dirle che vidi a Sinigaglia la Zia Eleonora,2 che sta bene e saluta caramente Lei e la Mamma. A Pesaro non ebbi tempo di vedere