Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1066

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preso il sentimento della mia lettera. L’imbarazzo di cui ti par- lava, nasceva solamente dal tuono mercantile di questa casa, la quale mi parve a prima vista la peggior locanda che mi fosse toccata nel viaggio. Poi le cose si sono un poco accomodate, e io mi sono assuefatto, e fin dalla prima sera, quantunque mi paresse di non poter durare, io era però intrepido, perchè la mia pazienza non ha confini conosciuti. Del resto, e in casa e in Milano, io sono stato sempre très-à mon aise. Quello spirito di osservazione curiosa e insolente che tu notasti in Sinigaglia vi fu notato anche da me, e mi parve che arrivasse a un grado da far perdere la pazienza anche a un mio pari; quantunque io trovassi la città già piena di gente e di fracasso, ch’era un inferno. Ma da ciò tu non devi prendere idea delle capitali. Quel che ti scrissi di Milano, fu una mia osservazione precipitata. Il fatto si è che in Milano nessun pensa a voi, e ciascuno vive a suo modo anche più liberamente che in Roma. Qui poi, cosa incredibile ma vera, non v’è neppur una società fuorché il pas- seggio ossia trottata, e il caffè; appunto come a Recanati nè più nè meno. Roma e Bologna, in questo, sono due Parigi a con- fronto di Milano. Vedi dunque quanto io era lontano dal pro- vare il senso dello scoraggimeli to per non poter far figura in un luogo dove nessuno la fa, e dove 100 ventimila uomini stanno insieme per caso, come 100, 20 m. pecore. Tanto più ch’io non m’era scoraggito niente a Bologna, e che in verità non mi sono mai trovato inferiore a nessuno nelle società dove sono stato, o a Bologna o qui. Il che non lo debbo ad altro che a quella perfettissima indifferenza che abbiamo tanto desiderata, e che ho finalmente ottenuta e radicata in modo che non ha più paura. Io desidero però molto di partir di qua, perchè mi ci secco, e da Bologna ho lettere pressanti di un Signore veneziano giova- netto ricchissimo e studiosissimo,'1 che par che metta dell’am- bizione in avermi seco, e in dire che egli mi ha fatto tornare e restare in Bologna. Non ti dirò quanto io spasimi di rivederti. Se l’impiego si ottenesse, io ti potrei riveder quasi subito, per- chè partirei di qua immediatamente, e le occupazioni dell’im- piego credo che mi lascerebbero bene il tempo di venir costà,