Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1088

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per dimenticanza, perchè infatti io non l’ho mai dimenticato, ma per gl’impacci continui, e per aver voluto aspettare di essere qui in Bologna, e trovarmi più in quiete. Come state, mio caro Dottore? So che mi avete scritto a Milano, ma vi assicuro che la vostra lettera non mi è arrivata, e non è arrivata nè anche a Milano dove ho lasciata commissione che si riscuotano le let- tere dirette a me. Ultimamente ho scritto al nostro Cav. Maz- zanti che vi saluti caramente da mia parte, ma egli non mi risponde. Io mi ricordo continuamente di voi, e vi amo assais- simo. Sento che siete disposto a lasciare. Recanati. Se questo vi torna utile e comodo, non posso replicare; ma vi giuro che per conto mio mi dispiace infinitamente, perchè mi priva della speranza di rivedervi, il che sarebbe per me una vera consola- zione. Quanto a me, non sono talmente stabilito in Bologna, che o per noia, o per desiderio di rivedere i miei, o per nostal- gia ec. non possa molto probabilmente tornare a Recanati, o per fermarmici, o almeno per passarvi qualche poco di tempo. Anzi vi assicuro che sono ancora indeciso circa il mio soggiorno, perchè quantunque io stia e possa star qui molto bene, nondi- meno l’amore della solitudine, dei parenti, e di quei comodi che non si possono avere facilmente fuori della casa propria, mi tirano fortemente a Recanati. Aspetto qui Giordani a momenti. Deve tornare da Piacenza a Firenze, e si fermerà qualche giorno. Ho veduto Tommasini di sfuggita; il quale è già tornato a Parma, e vi resterà per tutte le vacanze. Riverite per me il Cav. Maz- zanti, e il Dott. Podaliri. Se scrivete a De Matthaeis, fategli i miei distintissimi saluti: non ve ne scordate. Scrivendomi qua, datemi le vostre nuove, e se avete comandi da farmi, non mi risparmiate. Sopra tutto vogliatemi bene, perchè io ve ne voglio tanto e poi tanto che non so dirlo abbastanza. Parlatemi dei vostri studi. I miei rispetti alla consorte. Vi abbraccio di vero cuore. Addio, addio. A Corboli ancora i miei ossequi. Il vostro buon amico Leopardi.