Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1130

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rivederla, e chiederle la benedizione a voce come gliela chiedo ora per lettera. Il suo tenero figlio Giacomo. Cariuccio mio. ITo ricevuto il pacco che mi spediste, e due ordinari dopo ho avuto la vostra ultima dei 14, nella quale tu mi dici di avermi scritto poco prima. Sappi che quell*altra tua lettera io non l’ebbi. Ti ringrazio delle tante premure che ti sei prese per le mie bagattelle, e del tanto e poi tanto amore con cui me ne scrivi. Le altre cose che tu mi nomini le ho già tutte, 0 non occorrono. Bensì occorrerà il Virgilio e l’Inno postillati, e ti dirò poi come bisogni spedirli. Io credeva che stessero den- tro quell’involto coperto di una carta straccia, e però non te li nominai. La stampa non si farà per mio conto: bensì ne avrò delle copie gratis, e Paolina non avrà bisogno di associarsi. Del resto non ti nego che la cosa non sia prematura, ma adesso biso- gna far così, e poi il mezzo più certo di ottener fama è quello di dire o di mostrare di averla, come io già sapeva anche prima, ma ultimamente me ne sono sempre più accertato con mille esempi. Cariuccio mio caro, che fai tu? che mi scrivesti in quella che si è perduta. Ripetilo, se puoi, che te ne prego con tutto il cuore. Io sto qui lavorando qualche cosa per Stella,2 il quale ha già stampato qualche mia coserella nel Nuovo Raccoglitore,3 1 Manifesti del Cicerone latino e italiano fatti da me, un opu- scoletto a parte, del quale ho corretto qui le prove, e che ti man- derò quando sarà pubblicato, e stamperà poi presto un’opera più grandicella.Del resto io sospiro ogni giorno più di rive- dere voi altri miei cari, e in certe passeggiate solitarie che vo facendo per queste campagne bellissime, non cerco altro che rimembranze di Recanati. Questi letterati mi usano sempre mag- giori riguardi, mi onorano delle loro visite spontanee, cosa che qui si-valuta assai, mi consultano ec. ma io vi assicuro che que- sti onori non mi fanno più nè caldo nè freddo. Addio, Cariuc- cio mio. Scrivimi lungamente, ti prego; parlami di te, e voglimi bene. Addio, addio.