Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1138

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un’Errata-Corrige dietro le emendaz.1 a penna che trovo qui, il che può risparmiarti della fatica, ed anche l’inavvertenza di qualche errore che ti sfuggisse. Addio, Buccio mio tanto caro, non saprei ricordarmi di ciò che ti diceva nell’ultima mia perd.a, ma nulla certo d’impor- tante. Sta bene, e se mi ami, caca: permettimi di ridere un momento, solamente parlando di te e con te lo faccio; del resto il riso è ora sco- nosciuto sulle mie labbra; ne attesto chi scrive dopo di me. Oh sì, posso assicurarti, che sono tre giorni ch’egli non ride più, ma spero che non ne passeranno altrettanti che il riso comparirà sulle sue labbra; almeno secondo il solito; perchè è certo che una grande allegrezza, e un gran contento per noi non sono mai stati, e che tutti i nostri giorni sono pieni di una noja la più terribile, e che ormai diventa incurabile, anzi lo sarà certamente se dura un altro poco questo tenore di vita. Frattanto per ciò che riguarda Carlo è certo che Babbo ora cerca di dargli moglie, e sono in trattato alla larga con una di cui non so il nome, che ha molta dote, ma poco si spera che si concluda: e anche Mamma sarebbe contenta di trovare un buon partito; ma non vogliono sentir parlare se non di dote assai, ed è per questo che non è tanto facile di trovarlo dalle parti nre, anzi è già saputo che non ve ne sono. Il grno 25 ebbe Zio Ettore un’altro [sic] colpo molto più forte che non fu quello di Luglio scorso, il quale oltre all’avergli torta conside- rabilm.c la bocca, gli ha quasi tolto l’uso della parola per il grande ingrossamente della lingua, e per cui è impossibile il capir niente delle poche cose che dice. Il grno dopo ebbe il Viatico, ed ora sta quasi nel med.° stato, senza peggiorare; ma dicono che l’istesso non migliorare, sia un peggioram.0 E non potete credere quanta impressione e quanta pena mi faccia il sentirlo ciangottare senza comprenderne una parola, e dopo che ha discorso un pezzo, e vede che non abbiamo capito niente (poiché sta perfettamente in sentimenti) tace, o qualche volta dà in uno sbotto di pianto - in somma la è una miseria e una malinconia: poiché abbiamo aperto la comunicazione interna, e ogni momento stiamo da lui. Gli disse Mamà d’aver ricevuto la tua lettera, ed i tuoi saluti per lui, ed egli parve che si rallegrasse, e domandò se stavate a Bologna, e gli dicemmo il tuo incomodo, per cui, Muccio mio, ho provata tanta pena, che non puoi credere. In questo momento Mamma mi chiama, affinchè ti dica ch’Ella non può darsi pace che dopo l’ul- tima tua in cui ci davi conto del tuo male, sia passato un Ordinario