Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1144

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la mia salute non vi si fosse opposta, avrei già fatto a quest’ora con una buona occasione che mi si era presentata, il viaggio di Firenze, principalmente per vedervi e copiarvi, se fosse stato possibile, un’operetta greca inedita, notata nel Catalogo del Ban- dini, la quale mi è stata sempre a cuore. Quando la mia salute me lo permetta, sono risoluto di effettuare la mia intenzione, e di andare anche a Ravenna per PAristofane, che il Sig. Nie- buhr mi raccomandò qualche tempo addietro. Ella segua ad amarmi, ed onori qualche volta de’ suoi comandi il suo

Devmo e gratissimo servfe ed amico
Giacomo Leopardi
789. Di Monaldo Leopardi.
Recanati, 7 dicembre 1825.

Essendo in pena per la vostra salute, e maggiormente nella man- canza delle lettere vostre che attendevamo con ansietà, non vi dispiaccia che ve ne ricerchi. Il zio Ettore sta qualche ombra meglio. 11 cav. Antici è partito, ed oggi sarà in Roma. Partì pure Setacci al giorno scrittovi, e forse a quest’ora lo avrete veduto. Condulmari tornò dall’eremo piut- tosto gravemente ammalato, e convinto che nell’età sua non può reg- gere ad un sistema nuovo di tanta austerità. Addio, Giacomo mio. Tutti vi salutano e vi abbracciano. Io vi abbraccio e vi benedico di cuore. Vostro affezionatissimo padre.

790. A Carlo Leopardi.
[Bologna] 9 Dicembre [1825]

Cariuccio mio. Ebbi ieri da Setacci la tua lettera coll’in- volto, di cui ti ringrazio assai. Accetto l’offerta che mi fai delle varianti di quello che ho pubblicato nello Spettatore, e ti scri- verò poi quando mi bisognino. - Già non serve ch’io ti dica