Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1156

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800. A Giuseppe Melchiorri.
Bologna 19 Dicembre 1825.

Mio caro Peppino. Sono ad incomodarti per una cosa che mi preme assaissimo. L’ab. Bentivoglio di Milano, per uso della sua edizione di tutte le opere di Cicerone (nella quale avrò qual- che ingerenza ancor io), desidererebbe conoscere le varianti rela- tive ai passi descritti nell’acclusa polizza, e che si trovano nella raccolta manoscritta del Lagomarsini, conservata nella Bibliot. del Collegio romano.1 Fammi grazia, ti prego, di esaminare quella raccolta, e di mandarmi in una cartuccia le varianti che corrispondono ai detti passi. Te ne sarò tenutissimo, e quanto più potrai sollecitare, tanto maggior grazia mi farai. So che tu hai pubblicate le lettere delì’Erizzo, e non me le mandi. Pazienza. A momenti uscirà in Milano il mio finto trecentista, e te lo man- derò. Orioli ti saluta. Tu come stai? che fai? che studi? Scri- vimi qualche cosa di te, e di cotesta letteratura. Salutami Car- dinali, De Romanis, e De Matthaeis. Io non mi muoverò di Bologna quest’inverno. Voglimi bene quanto te ne voglio io, comandami e credimi Il tuo Leopardi

801. Ad Antonio Papadopoli.
Bologna 19 Dicembre 1825

Mio caro Papadopoli Ricevetti la cara tua dei 30 di Novembre data da Roma. Seppi dalla Contessa che a te era pur giunta la mia. Dirigo questa a Napoli, dove ti spero arrivato e con viaggio prospero. Quando avrai tempo non mancare di scrivermi, e darmi nuove della tua salute, e come ti si confaccia cotesto clima, e narrarmi i tuoi pensieri e le tue occupazioni e il tuo modo di vita. Non mi mara-