Cariss. Sig. Padre
La ringrazio moltissimo della premura di spedirmi il tabacco
che farò subito riscuotere, e mi sarà certamente molto a propo-
sito. Similmente debbo ringraziarla dell’affettuosa offerta che
Ella mi fa del benefizio. Poiché Ella mi dice che gradirebbe molto
di darlo a me, io non sono alieno dal riceverlo, come son pieno di
gratitudine alla sua bontà. Se in casa non vi fosse stato a chi
darlo, io l’assicuro che mi sarei sottomesso a qualunque condi-
zione per averlo. Ma ora che con mio grandissimo piacere, Pie-
truccio è in istato di riceverne la nomina, mi è permesso di accet-
tarlo con alcune riserve, che Ella troverà, spero, giuste o con-
donabili. La prima è che io desidererei non essere obbligato ad
altro abito c tonsura se non quello che usano qui anche i preti,
e consiste solamente in abito nero o turchino, e fazzoletto da
collo nero. La seconda è che bisognerebbe che io fossi dispensato
dall'obbligo dell’Ufficio divino, perchè, come Ella ben vede,
quest’obbligo mi priverebbe quasi della facoltà di studiare. Io
non posso assolutamente leggere se non la mattina. Se questa
dovessi spenderla a dir l’Uffizio, non mi resterebbe altro tempo
per le mie faccende. Mi basterebbe di esser dispensato dall’Uffi-
zio divino anche a condizione di recitare una quantità di preci
equivalente, giacché, tolta la mattina, tutto il resto della gior-
nata io non ho da far nulla, e ben volentieri ne spenderei qual-
che ora in preghiere determinate, purché queste non fossero da
leggersi. Mi pare che si potrebbe anche rappresentare ingenua-
mente la cosa, e lo stato fisico de’ miei occhi a chi può dar la di-
spensa, e che questa sarebbe una ragione sufficiente per ottener-
la. Del resto, quando io fossi sicuro di ciò, se per qualche giorno,
da principio, bisognasse recitar l’Ufficio divino, non ci avrei
difficoltà. Mi rimetto a Lei, ed Ella saprà meglio di me, se e
con quali mezzi si possa ottenere una tal dispensa prontamente.