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Ad Antonio Fortunato Stella. |
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Sig. ed Amico amatiss.
Consegno al Sig. Moratti le prove corrette del Petrarca, giun-
temi con l’ordinario ultimo insieme colla sua degli 11. La pun-
teggiatura non potrebb’essere stata da me rifatta con più dili-
genza. Una cosa le raccomando, non per me, che da quest’opera
non aspetto nè onore nè piacere alcuno, bensì noia ineffabile,
e riso di molti che mi conoscono, dell’essermi occupato in que-
ste minuzie pedantesche. Ma gliela raccomando pel buon esito
e l’interesse della sua intrapresa. E questa cosa è, che nelle can-
zoni, dopo ciascuna strofa, si ponga quella tal parte dell’inter-
pretazione che appartiene a quella tale strofa. Se le dame e i
cavalieri saranno obbligati a voltare più d’una pagina per tro-
vare la spiegazione del passo che avranno per le mani, tutta la
facilità che abbiamo voluta procurar loro con questa interpre-
tazione, sarà vanissima, perdutissima, inutilissima, svanirà inte-
ramente, e la sua edizione non avrà incontro maggior delle altre.
In questo non mi rimetto a nessuno, e so di certo che non m’in-
ganno. Del resto le confermo la mia dei 12, e ripeto che sarà
necessario ch’Ella abbia la compiacenza di mandarmi di mano
in mano la porzione del ms. corrispondente alle prove; tanto
più che se Ella vuol continuare a mandarmi queste prima di ogni
revisione (del che però d’altronde non veggo la utilità), potrebbe
essere, come spessissimo accade, che vi mancasse qualche in-
tero articolo della interpretazione; del che, non avendo copia
del ms., come potrei io avvedermi? Ella segua ad amarmi e cre-
dermi Suo cord.6
sfe ed aco Giacomo Leopardi.