[Firenze] 6 Giugno [1826] |
Giacomino adorato. Oh quando ego te aspiciam! Intanto mille baci,
e mille ringraziamenti per la tua del 31.1 Ho veduto il tuo Petrarca:
certamente cose buone e utili, ma per te non dilettevoli a scrivere.
Duoimi che la tua salute sia men forte di quel che me ne aveva detto
Don Masi, che mi ti disse robusto e grasso e colorito a maraviglia,
e mi rallegrò moltissimo. Abbiti gran cura; non istudiar troppo; muo-
viti, e divertiti. Che fa Paolina? è maritata? A lei e a Carlino ti prego
di mandar i miei saluti affettuosi. Ricordami spesso alla Nina Sam-
pieri, a suo fratello, a Marchetti, ad Angelelli. Prose italiane da poter
piacere utilmente alle donne non ne conosco. Tenterei se si potessero
ottener lettori a quei memorabili di Socrate. Crederei anche bene di
far una ristampa in due volumetti piccoli e di buon prezzo del bellis-
simo Sofocle di Angelelli. Mio caro tu sei sempre nel mio cuore, e spes-
sissimo sulla mia bocca. Vieusseux ti risaluta. Quelli che più amo spesso
mi domandan di te. Io ti ho grand’obbligo che mi ami; ma sta certo
che in amare non potrai vincermi. Addio caro: addio con tutto l’animo,
addio.
933. |
Di Antonio Papadopoli. |
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Di Napoli alli sei di Giugno 1826 |
Mio carissimo amico
Se io non ti scrivo non è perciò che io non sappia di te, chè ad
ogni ordinario la Contessa mi ragguaglia del come tu istia, o di altra
cosa che intorno a te mi accada di sapere. A questi di mi venne alle
mani il Corriere delle Dame, dove lessi un brano di una tua prefa-
zione, che ponesti innanzi ad una edizione del Petrarca.1 O come mi
piacque quel saggio! Riscrivimi se la stampa è terminata, perchè ho
desiderio di saperlo. E quel tuo lavoro intomo i Moralisti sarà pubbli-
cato presto? Scrivimi perchè qui nessuna cosa giugne, ne si sa novella
dell’alta Italia, dimanierachè in cambio d’essere a Napoli pare d’es-
sere nella estrema California. Pregoti pure di darmi notizia intorno