Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1305

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935. A Carlo Leopardi.
Bologna 15 Giugno 1826.

Cariuccio mio Ti scrissi ultimamente una lunga lettera,1 alla quale non vedo risposta. Dai 21 di Maggio in qua, che Paolina mi scrisse, non ho più un cenno da casa. Per amor di Dio scrivimi, e non mi lasciare in questa oscurità. Senza le nuove vostre, io non posso viver quieto un momento. Oggi è il nostro San Vito.2 Ti diverti tu nulla, o sei sempre così tristo? Dio mio; vo contando i giorni dopo i quali io ti rivedrò: credimi che sarà presto, e che io non ho maggior desiderio. Cariuccio mio caro, scrivimi. Salutami tanto Babbo, Mamma e i fratelli. Io penso sempre a te, parlo sempre di te; anche a rischio di parer di poco buon tuono. Io t’amo quanto la vita. Non mi abbandonare. Ti bacio con tutta l’anima. Addio addio.

936. Ad Antonio Fortunato Stella.
Bologna 16 Giugno 1826.

Sig. ed Amico amatiss. Alle c.me sue 3 e 10 corrente. Nella Introduzione del Benti- voglio sinceramente le dico ch’io non trovo nulla che non mi paia lodevole. Le noterelle ch’io ci feci, sono bagattelle, appar- tenenti tutte alla lingua, com’Ella avrà veduto. Ho corrette le ultime prove del Petrarca. Consegnerò a momenti al Moratti la continuazione del ms., intorno al quale io non mi stanco di travagliare continuamente, quanto mi permette la mia misera salute. Gli errori trovati da me nel primo volumetto del Petrarca sono i segg.