Cariuccio mio
Ti scrissi ultimamente una lunga lettera,1 alla quale non
vedo risposta. Dai 21 di Maggio in qua, che Paolina mi scrisse,
non ho più un cenno da casa. Per amor di Dio scrivimi, e non
mi lasciare in questa oscurità. Senza le nuove vostre, io non
posso viver quieto un momento. Oggi è il nostro San Vito.2 Ti
diverti tu nulla, o sei sempre così tristo? Dio mio; vo contando
i giorni dopo i quali io ti rivedrò: credimi che sarà presto, e
che io non ho maggior desiderio. Cariuccio mio caro, scrivimi.
Salutami tanto Babbo, Mamma e i fratelli. Io penso sempre a
te, parlo sempre di te; anche a rischio di parer di poco buon
tuono. Io t’amo quanto la vita. Non mi abbandonare. Ti bacio
con tutta l’anima. Addio addio.
936. |
Ad Antonio Fortunato Stella. |
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Sig. ed Amico amatiss.
Alle c.me sue 3 e 10 corrente. Nella Introduzione del Benti-
voglio sinceramente le dico ch’io non trovo nulla che non mi
paia lodevole. Le noterelle ch’io ci feci, sono bagattelle, appar-
tenenti tutte alla lingua, com’Ella avrà veduto. Ho corrette le
ultime prove del Petrarca. Consegnerò a momenti al Moratti
la continuazione del ms., intorno al quale io non mi stanco di
travagliare continuamente, quanto mi permette la mia misera
salute. Gli errori trovati da me nel primo volumetto del Petrarca
sono i segg.