può far bene lo fa, è aggravato d’incomodi, e chi non può far che male
gode più degli altri prosperità? E questa un’interrogazione che non
so se Ella l’abbia fatta ne’ suoi Dialoghi, Intorno ai quali le scriverò
di proposito fra quindici giorni circa dopo che avrò avuta la risposta
dall’amico Censore.
In proposito di dialoghi, sentirò volentieri il suo parere rispetto
a quello tra un Giapponese e un Musulmano che v’è nel N. Ricogli-
tore XVII.1
Ho veduto l’errata del primo volumetto del Petrarca e me ne gio-
verò. Abbia Ella la pazienza di far lo stesso pel 2° ed anche pel 3.20
che con mezzo particolare Le invio oggi, perchè lo riceva dal sig. Mar-
cheselli a cui verrà consegnato dal viaggiatore del sig. Battaggia di Vene-
zia. Rispetto alla coperta nella quale si vede che il Petrarca appartiene
alla Biblioteca amena, la mia Casa scrive in proposito al sig. Brighenti,
e credo eh'Ella ne rimarrà contenta.
Dopo la seconda parte suppongo ch’Ella si applicherà ai Trionfi e
poi alle Canzoni e Sonetti di argomenti vari.
Son pienamente d’accordo con Lei rispetto alla punteggiatura ed
altro. Creda che il metodo suo si segue qui scrupolosamente, e si seguirà
ognor più.
Quando verremo al momento della stampa delle Operette morali,
che già che si pubblicheranno in Milano, farò precedervi quattro righe
mie ch’Ella già vedrà in prima per l’approvazione.
Dopo terminato tutto il Petrarca sentirò volentieri se Ella appli-
cherà di buon grado al lavoro del Cinonio.2 Ma più d’ogni altra cosa
mi sarà caro sentir ch’Ella sta bene. Più grata notizia non potrei rice-
vere. Mei creda, e l’abbraccio di tutto cuore.
Il suo vecchio aff.mo amico
Stella
[Bologna] 23 Giugno [1826] |
Paolina mia. Ti mando il primo tometto del Petrarca. Ne
sto aspettando altri due, e te li manderò. Gli altri usciranno
a momenti, perchè il mio lavoro è ormai finito. Vedrai che sorte