Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1337

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Qui non si parla, e credo che non si parlerà mai, della vasta rac- colta di traduzioni italiane di tutti i Classici latini. Bensì recentemente se ne son date di separate, come il Tito Livio per nominarne una, e se ne daranno presto delle altre, come per nominarne alcun’altra, I Com- mentarii di Cesare, l’Orazio, non che il Cicerone. Ho ricevuto le prove di stampa del Petrarca. Presto le ne manderò delle altre. Non passerà molto io spero che sarà interamente stampato. Tosto dopo andranno sotto il torchio le Operette morali italiane, che mi stanno molto a cuore. Il mio Luigi è persuasissimo di quanto Ella gli scrive. La ringrazia, la riverisce, e le risponderà. Uniti a quelli del resto della mia famiglia, aggradisca i tenerissimi saluti del

Suo cord.mo am.co e serv.e
Ant.° Fort.0 Stella
964. Di Filippo Mercuri.
Roma 2. Agosto 1826.

Stimatissimo Sig.e Conte. Crederei di mancare ad un’officio [sic] di dovere, e di amicizia della quale ella mi ha voluto onorare in quel poco tempo, che si trattenne qui in Roma, se mancassi ora di far seco i miei rallegramenti senten- dolo nominato a professore di Storia in questa dominante;1 auguran- domi così da questo principio di vedere resa giustizia al vero merito. La ringrazio in questa circostanza del grazioso dono dell’Odi, di cui mi volle onorare; mentre pieno di stima sperando di presto vederla costì mi rassegno Affmo Amico, e Servo. Filippo Mercuri

965. A Monaldo Leopardi.
Ravenna 9 Agosto 1826

Cariss. Sig. Padre Sono qui da alcuni giorni in casa di un mio amico1 che mi ha voluto seco per forza, a vedere le antichità di Ravenna. Torno