Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1342

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Addio mio caro Giacomo. Noi stiamo bene. Sia lo stesso sempre di voi, e vi abbraccio, e vi benedico con tutto il cuore vro Aff.° Padre Un certo Francese commissionato dalla Casa Bondi, se non erro, di Torino2 a raccogliere associati per una edizione di Classici Latini, come saprete, ha fatto gran rumore di voi in Sinigaglia, proclaman- dovi il primo Letterato d’Italia, e notissimo anche alla Francia. Lodia- mone Iddio senza dimenticare l’obbligo che corre a quelli i quali esso distingue coi suoi doni, di usarne per la sua gloria.

969. Ad Antonio Cavalli.
Bologna, 13 Agosto [1826]

Mio caro Antonino, Sono arrivato qui poche ore fa, stracco ma sano.1 Ti scrivo subito per salutarti caramente, e per rin- graziarti di tante e tante gentilezze e cordialità che tu m’hai usate. Credimi che io te ne pagherò in quel modo ch’io posso, e che tu sei per accettare; voglio dir con amarti sempre tenera- mente come tu meriti. Mille rispetti e ringraziamenti ai tuoi genitori, veramente gentilissimi ed ottimi, i quali assicurerai da mia parte della stima che io fo e della memoria che conservo e conserverò di loro. Saluto anche e riverisco di cuore il mar- chese Carlo.2 Appena riceverò risposta da mio padre, te la comunicherò con lettera ostensibile, secondo il convenuto fra noi.3 Salutami i conoscenti di costì, ed accertali della dolce ricordanza che io son per serbare del tempo che ho passato fra loro. Nomino in particolare il signore e la signora Salamelli, il conte Rota, Santino, e il prof. Farini.'1 Fammi grazia, ti prego, di vedere o far vedere alla posta se vi fosse lettera o piego per me, ed essendovi, di far che l’uffiziale della posta me lo spedi- sca subito qua. Voglimi bene e dammi delle tue nuove. Ti abbrac- cio con tutto l’animo: addio addio. Il tuo Leopardi.