Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1372

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più. Ti abbraccio, e aspetto una tua lettera. Addio, Cariuccio mio. Fammi il piacere di spedirmi subito p[er] la posta sotto fascia la Mascheroniana di Monti,’ che io feci venir da Roma ed è in libreria. Si ristamperà qui colle altre opere di Monti, delle quali tutte avremo copia in compenso.

996. Di Carlo e Paolina Leopardi.
[Recanati] 24 ybre [1826]

Hai ragione, Buccio mio, e mi crederei imperdonabile con ogni altro: ma tu sai che io non posso avere altra difficoltà di trattenermi con te, che quella che ha un disgraziato di trattenersi con se medesimo. Quando verrai, e vedrai a che stato di nullità son ridotto, ti confer- merai nel pensiero che hai espresso nel tuo terzo Dialogo, trovando sparito affatto l’uomo che lasciasti in me.1 Io sono veramente infe- lice di diritto e di fatto: di diritto, perchè come si può chiamare chi non ha più amore, nè fede, nè speranza? e di fatto, perchè lo sento. Anzi posso dire che la disgrazia mi ha dato alla testa: un perpetuo con- trasto fra un’attività non ancor ben estinta e che non sa dove diri- gersi, ed una tendenza all’inazione acquistata per lungo uso mi tor- menta e mi stanca in modo miserabile. Devi intender ciò non meno nel fisico che nel morale: sono però perfettamente sano, ma una situa- zione contro natura può far soffrire immensamente anche senza vin- cer la complessione. Tutto il giorno mi strapazzo internamente: altre volte qualche momento, sì almeno qualche frazione di momento mi sentiva sollevato; son quelle ispirazioni subitanee che non si sa d’onde vengono, ma senza che le circostanze siano appunto cambiate ti senti risvegliare tutto quel che ti avanza di vigore, e gli uomini più felici devono a queste i loro maggiori successi. Ma ora per me tutto è chiuso; la mia immaginazione è divenuta in tutto e per tutto eguale alla realtà - non si può dire parola più disperante. Quello stringimento di cuore che come sai ci prende al risvegliarci quando abbiamo qualche affare disgustoso - le réveil, le réveil! quel moment pour les malheureux! ebbene questo stesso stringimento mi prende ogni mattina appena sve- gliato quando mi ricordo che ancora son vivo - Ecco perchè non amo di scrivere; non so far che lamenti, e rattristo te che mi darai la sola consolazione di cui sono ancora capace col farmiti rivedere. Un’altra