Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/163

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epistolario-1816


25. Di Francesco Cancellieri.
[Roma] 4 Xbre 16

Pregiatissimo Sig.r Conte La di lei graditissima Lettera ricevuta con l’aureo suo Libretto della traduzione delle Iscrizioni Triopee, che a prima vista mi è sembrato di già stampato, per la somma nitidezza con la quale è scritto, mi ha trovato in letto, dove pur mi trovò l’amabilissimo S.r Cav.r Antici.

Le mie piaghe non mi danno veruna speranza di guarigione. Onde purtroppo dovrò passarvi tutto il Decembre, se pur basterà, come vi ho già passato il Novembre. Nondimeno subito ho letto il suo nobil Lavoro; e mi rallegro con Lei, non solo dell’elegante traduzione, ma eziandio dell’eruditissima Prefazione, che le farà grande onore, facendola comparir superiore all’Ennio celebratissimo della nostra età.' Gio. Meursio ha parlato dell’edizione Goslariense, com’EIla ben avverte, nel T. VII. col. 875-876, ed anche nel T. XI. col. 171-173.

Monsieur Boivin nel T. n. Mem. des Inscript. et B. L. p. 297 conviene col Visconti p. 74. lin. 7. che Marcello sia il Poeta rinomato, che si loda da S. Girolamo, da Suida, e da Eudocia; e che la prosapia di Regilla provenga dal ceppo della Gente Giulia, come dimostra il Visconti p. 76. lin. 25.

Monsignor De Magistris, immediato mio antecessore nella Soprintendenza della Stamperia di Propaganda, nella sua Opera in fol. intitolata Acta Martywm ad Ostia Tiberina, è di opinione che Erode Attico fosse detto Metallario dal Tesoro etc.

Alla pag. 72. lin. 2. in vece di AÉ2C.EI sembra, che vada letto piuttosto ©HC.

Nel Codice Palatino-Vatic. 1907, che contiene Lettere originali di Uomini Letteratissimi al Grutero, ve n’ha una di Davide Iioeschelio in data de’ 29 di Giugno del 1608, nella quale parla della stampa fatta in Goslar delle Iscrizioni Triopee, ed osserva, che in essa manca il verso 13, e dice u. P. nihil arbitrar mutandum, sed litteram v dumtaxat in Lapide, ut fit, vetustate consumptam, et detritam extremae dictioni adiiciendum ev aflavocrois aXeyiaatkv, id est, inter imrnortales recenserem.

Ita enim verbo hoc utitur Pindarus Ode 11. Olymp. eadem prorsus significatione. Sic v. 23 retinendam censeo Lapidis Lectionem y\iùpa deoaav; eodem nempe modo et Hesiodus in Scuto Herculis v. 146 Xeuxà Oeovxcov.

Ma Ella potrà dir giustamente Sus Minervamr Nondimeno avendo io fatte queste picciole osservazioni su queste Iscrizioni, allorché ne


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