Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/227

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Le acchiudo pure cinque Sonetti in istile Fiorentino*' i quali Ella mi farà gran favore se vorrà compiacersi d’inserire nel pros- simo quad.0 dello Spett.rc Italiano, perchè il ritardo li rende- rebbe quasi inutili. Avrò caro anche che Ella non iscuopra per ora il nome dell’autore il quale a suo tempo si manifesterà. Accetti i sinceri saluti de’ miei Genitori e fratelli e di tutta la mia famiglia, e le mie proteste particolari di stima e cordiale amicizia, e mi creda sempre

Devmo Obblmo S.re ed Amico
Giacomo Leopardi
63. Di Pietro Giordani.
Milano il dì dell’Ascensione [1817]

Mio carissimo Signor Contino. Se Dio non le ispirava di scrivermi il dì 30. aprile, sa ella che mi si prolungava una pungente pena? per- chè sapendo io quanto è VS. cortese, e non vedendo risposta a due mie,1 ero forzato a temere o che in esse qualcosa (contro mia volontà e saputa) l’avesse offesa; o che la salute delicata di VS. avesse patito. E in questo timore mi premeva di più l’aver letto il suo inno a net- tuno, accompagnato di tanto eruditissime note: parendomi impossi- bile che tanta erudizione, ch’io nè vidi nè lessi mai in alcuno della sua età, non possa aversi senza danno grave d’una salute anche più vigorosa e gagliarda della sua. E io insisterò sempre a pregarla e scon- giurarla di aver cura di questa salute. Non basta, mio caro Signor Con- tino, cessare talora dallo studio: comprendo benissimo dover essere ciò ch’ella mi dice, che interrotta la fatica dell’applicarsi, la travagli una molestia nè men grave nè men perniziosa della malinconia. E per- ciò vorrei che non potendo costì aver piacevoli conversazioni tanto più frequentasse gli esercizi corporali; che già sono necessarissimi; dai quali acquisterebbe vigore allo stomaco, alacrità alla testa, robustezza alle membra, serenità all’animo. Non so se a lei piaccia il ballo; che pure sta bene a un cavaliere: non so se ella non siasi già tanto indebo- lito che non possa sopportare la scherma: ma il cavalcare, il nuotare, il passeggiare, la prego che non le rincrescano: e se io fossi di qualche autorità presso lei, gliele vorrei comandare. Io sono intendentissimo