Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/271

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94. Ad Antonio Fortunato Stella.
Recanati 30 ybrc 1817.

Non ho potuto prima d’ora adempiere al dovere di ringra- ziarla dell’Inno a Nettuno, come faccio adesso, tanto più distin- tamente che nella seconda edizione, eccetto una carta che è restata com’era nella prima, tutto il resto è corretto in maniera che di pochi altri libri stampati lontano dall’autore si potrà dire altrettanto. Non so se Ella gradisca da me qualche articolo per lo Spettatore come faceva qualche tempo addietro. Ne acchiudo uno1 del quale ella si servirà a suo piacere: e forse anche pre- sto ne avrò altri che le manderò se non le dispiaceranno. Sola- mente la prego a volere impedire che in questo che le mando sia fatto verun cambiamento, e quando ci si volessero fare, a lasciar d’inserirlo.

Il suo Dmo Obbmo Sre
Giacomo Leopardi
95. A Pietro Giordani.
Recanati 10 Ottobre 1817.

Quod bonum faustumque sit, ho finalmente il vro panegi- rico, dono veram.c e pel di dentro e pel di fuori splendido e magnifico. Come ve ne pagherò? Coll’accrescere l’affetto e la gratitudine verso di voi? Ben volentieri se si potesse: ma non si può. Credo che vogliate, col dirvi sinceram.' il mio parere sopra la vfa opera. Ubbidirò: benché vorrei potervene pagare in altra maniera, e perchè il dirvi il mio giudizio mi costa più che qualunque altra cosa, e perchè a voi ne viene pochis.0 utile: ma insomma ubbidirò. Veramente io non credo che l’Italia abbia altra opera di q.‘° genere così bella. Dico bella p[er] le cose e p[er] le parole o pel modo di esporre le cose. Per le cose, perchè