Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/285

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reste a capo di nascondermivi nelle scritture vfe. Del Ditta- mondo, comechè lo sentissi dire, non era persuaso che valesse tanto: e credeva che de’ poeti trecentisti, salvo i due sovrani, nessuno fosse buono p[er] altro che pel vocabolario. Della scelta d.'° stato conveniamo così bene insieme che meglio non si potrebbe. E un pezzo che mi sono risoluto di non risolvermi se non Dio sa quando.1 Dell’amor d.la gloria la mia massima è q.ta: Ama la gloria: ma, primo, la sola vera: e però le lodi non meritate e molto più le finte, non solam.c non le accettare ma le rigetta, non solam.0 non le amare ma le abbo- mina: secondo, abbi pfer] fermo che in q.lil età, facendo bene sarai lodato da pochis.’ e studiati sempre di piacere a q.“ pochis.', lasciando che altri piaccia alla moltitudine e sia affo- gato dalle lodi: terzo, delle critiche d.le maldicenze d.le ingiu- rie dei disprezzi d.le persecuz.' ingiuste fa quel conto che fai d.,c cose che non sono, d.lc giuste non ti affliggere più che dell’a- verle meritate: quarto, gli uomini più grandi e più famosi di te non che invidiarli, stimali e lodali a tuo potere, e inoltre amali sincerami e gagliarda. Con q.le condiz.' l’amor d.'“ gloria non mi sembra pericoloso. Kàyò) fxèv outco tcco<; mreOaicpa.- Voi però quando avrete tempo ditemi il vfo parere, e contuttoché io sia giovane, pensate che p[er] apprendere e seguire gli ammae- strami.' vfi, mi sforzerò di parer maturo. Poco pfha di ricevere le vfe ultime, avea cominciato a leg- gere il Tasso, e il vfo consiglio intorno alle prose che vanno lette, m’è arrivato opportunis.0, perchè già q.lc sue scolasticherie e sofisticherie mi facevano dare indietro. Ve ne ringrazio e me ne servirò. Ora sono con Demostene con Cicerone col Segneri e col vfo Tasso. Bella e deliziosis.a compagnia, ma ci mancate voi. Erit ne quum te videbo? Senz’altro spero che sì: nè lo spe- rerei se stesse in me: ma poiché ora sta in voi solo, bisogna che mi contenti di sperarlo. Se mi amate, pensate a consolarmi. Mio padre e Carlo vi salutano. Addio addio. So che voi dovevate scrivere una di quelle vite degl’italiani illustri che si stampano dal Bettoni. Ditemi se l’avete scritta e quale.3