Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/291

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eccetto se la necessità de’ miei studi o la voglia troppo ardente di leggere qualche libro non mi fa forza. E dico, la voglia di qualche libro, perchè niente altro che libri io gli ho domandato mai, fuor solamente un paio e mezzo di cavalli di posta, ch’egli non mi dà, perchè s’è persuaso d’una cosa che non mi sono per- suaso io, cioè che io abbia a fare il galantuomo in casa sua. Ma tornando ai libri, quando mi s’offre occasione spontanea di domandarne, come è questa che voi m’avete somministrata, io non ci ho nessuna ripugnanza; e però ogni volta che vi acca- derà di spendere così il mio nome, voi farete piacere a me che avrò un bel libro di più da leggere, e nessunissimo dispiacere a mio padre. Ben volentieri m’adoprerei per trovarvi associati, se potessi. E non voglio lasciar di dirvi che questi paesi in verità sono sterili e difficili, ma qualunque altro colla metà della mia premura ne potrebbe pur cavare assai più ch’io non potrei. Alla fine io sono un fanciullo e trattato da fanciullo, non dico in casa, dove mi trattano da bambino, ma fuori, chiunque ha qual- che notizia della mia famiglia, ricevendo una mia lettera, e vedendo questo nuovo Giacomo, se pure non mi piglia p[er] l’anima di mio Nonno morto 35 anni fa, che portò questo nome, s’appone ch’io sia uno de’ fantocci di casa, e considera che ri- spondendo egli uomo fatto (fosse ancora un castaido) a me ragazzo, mi fa un favore, e però con due righe mi spaccia, delle quali l’una contiene i saluti per mio padre. In Recanati poi io son tenuto quello che sono, un vero e pretto ragazzo, e i più ci aggiungono i titoli di saccentuzzo di filosofo d’eremita e che so io. Di maniera che s’io m’arrischio di confortare chicchessia a comperare un libro, o mi risponde con una risata, o mi si mette in sul serio e mi dice che non è più quel tempo, che venga avanti e vedrò io, che anch’egli dell’età mia avea questo genio di com- prar libri il quale se n’è ito venendo il giudizio, che il mede- simo succederà a me: e allora io ragazzo non posso alzar la voce e gridare: razza d’asini, se vi pensate ch’io m’abbia a venire simile a voi altri, v’ingannate a partito; che io non lascerò d’amare i libri se non quando mi lascerà il giudizio, il quale voi non avete avuto mai, non ch’egli vi sia venuto quando avete lasciato di