Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/322

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tato,2 e non essendone in questi paesi nè pur l’odore. E giac- ché siamo sul farla da temerari, e sul giudicare senza aver letto, e in somma sul dire spropositi, diciamone un altro. La scoperta dell’Eusebio3 parve a me pure una gran cosa quando la vidi annunziata nei giornali. Ma letto il sommario o indice pubbli- cato dal Mai, non mi parve più quella, parte perchè intorno alla metà, se mi ricordo bene di quei frammenti di scrittori antichi, che fanno quasi tutta l’opera, già si avevano, e nella lingua loro, cioè la greca, onde l’Armeno è quasi inutile; parte perchè tutto il metodo e il complesso del primo libro ch’è il nuovo, mi par tale da non poter giovare più che tanto. Crederei più notabile il Canone, s’è vero che differisca non poco dal Geronimiano. Mi rallegro che Milano v’invischi. Segno che non siete un uccello tanto salvatico. Mando questa a Vicenza, come mi dite, ma scom- metto che se la mandassi a Piacenza, vi troverebbe più presto, perchè vedo che quanto prima dite di muovervi, tanto più tardi vi movete, se bene Piacenza non è così appiccaticcia come Milano. Siamo alla fine di Maggio, e fra Luglio e questo c’è solamente un mese. Che? non verrete più in Luglio? Ilo paura che non tocchi a me a pagar la spesa delle vostre tardanze, e a proporzione che guadagna la Lombardia, perda la Marca. Per Dio non fate che sia vero, chè non è giusto. Anzi vorrei che quando sarete qui vi crescesse la poltroneria. State sano e voglia- temi bene e viaggiate allegramente. Addio. Addio.

132. A Pietro Giordani.
Recanati 1 Giugno [1818]

Mio Carissimo. Non volete ch’io esca di casa per voi e per una dama, e questa raccomandata da voi e parente vostra? Io poi n’anderei sul fuoco, non che n’uscissi di casa, massime stando in questa così volentieri come sapete. Ho domandato dell’erba sulla, ho domandato del lubaco, ho domandato della lupinella, che da molti è confusa colla vostra erba, come dice anche il Cav.