Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/324

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mente, e mandarvene, ma mi vergogno di farlo, perchè m’im- magino che cotesta Dama studiosa dell’agricoltura non abbia già solamente le opere di Filippo Re, ma molte altre, e quando anche non ne avesse, ed ella e voi siete in paesi, dove c’è altra copia di libri che non in Recanati. Vi ho scritto una settimana addietro, indirizzando costà, vale a dire a Vicenza. Addio. Vi aspetto: con che desiderio? se potete, figuratevelo. State sano e contento, e pensate a venire. Addio.

133. Di Pietro Giordani.
Vicenza 16. giugno [1818]

Mio Carissimo Giacomino. Mille ringraziamenti per la vostra del primo, sì copiosa e diligente nell’informarmi della Sulla. Circa la semente parleremo in presenza. Intanto ho mandata la bellissima istru- zione a mia cugina; e ve ne ringrazio molto molto per me e per lei. Sono stato a Venezia dodici giorni: ho goduto assai in quella città, piena di forestieri inglesi e russi, e piena di amici e conoscenti miei. Mi è riuscita mirabil cosa, e quasi nuova, benché la vedessi per la terza volta. Sul partire ebbi la vostra 25. maggio; e ben faceste di credermi, e mandarmela direttamente qua; poiché io da Piacenza partii il 22. Di tutte quelle cose letterarie delle quali ivi mi parlate, non vi dirò nulla; serbandole ai nostri lunghi colloquii di costì: dove io tengo che sarò certamente entro luglio; e ne’ principii di quel mese in Bologna. Appena posso passare in qualche luogo, che non vi rimanga trattenuto. Noi ci vedremo dunque, mio caro, e saremo insieme, e d’infinite cose parleremo lungamente. Intanio seguite a curare la vostra salute, e a volermi bene. Ricordatemi al Signor Padre e al fratello. Non credo che vi bisogni di scrivermi: ma se mai bisognasse in questo frattempo, considerando la gran lentezza delle poste, sarebbe meglio che le diri- geste a Bologna, ferme in posta. Addio carissimo giacomino: v’abbrac- cio col cuore. Addio.