Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/342

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risposi subito, non ho più nulla da voi: benché io v’abbia poi scritto da questo cimitero, cioè da Piacenza; e qui abbia ricevuto due lettere di Canova già indirizzate a Recanati. Miracolo che non avessero di compagnia due righe vostre. Fatemi dunque sapere che stiate bene e voi, e tutta la famiglia, e che seguitate a volermi bene. Io sto benis- simo: ma se mi mancassero lungamente le vostre nuove, crediatemi che ne avrei grave molestia. Ricordatemi dunque al papà alla mamma, alla sorellina, allo zio. Confido che di essere ricordato a voi due non mi bisogni; poiché tanto vi amo, e voi siete così buoni che certamente mi riamate. Che leggerete di bello questo inverno? Io fra l’altre cose leggerò l’Africa Cristiana del Morcelli. Avete veduto la vita di Mece- nate dell’Avvocato Viola, stampata in Roma?2 Qua è giunta ora; e il titolo, e ’l volume non grosso m’invogliano di donarle un paio d’ore. Dolcissimi e carissimi giovani; v’amo e v’abbraccio con tutta l’anima: amatemi, e qualche volta scrivetemi un poco. Che vuol dire o Giaco- mino che dappoiché ci vedemmo siete assai più scarso di scrivermi? Oh il farmivi conoscere mi nocque! Ma bisogna nell’amicizia tenersi più alla liberalità che alla giustizia. Via via; io non voglio far tante ragioni: io vi amo, io vi scrivo: e voi dovete amarmi e dovete scri- vermi. Scommetto che Carlino tiene da me, e vi prega che non siate tanto severo col vostro amicissimo giordani. Addio addio.

153. Di Pietro Giordani.
Piacenza 19. Novembre [18181

Mio amatissimo Giacomino. Già una mia di parecchi giorni fa dovrebbe essere arrivata a dirvi quanto mi rattristava il vostro lungo silenzio, e farvi imaginare la consolazione recatami dalla vostra dei 9., che ricevetti ieri. Ma questa dolcezza fu mista d’amaro, per la cer- tezza di aver dunque perduto la vostra dei 19 Ottobre,1 e il mano- scritto. Figuratevi se me ne duole, e se non bisogna maledire le poste. Ma che era quel manoscritto? vi prego a dirmelo. Anche mi consola quel poco di speranza di vedere compiuti i vostri giustissimi desiderii: al che se potessi per un poco giovar io col desi- deracelo infinitamente, sarei beato. E di ogni minimo movimento di questa cosa vi prego tenermi avvisalo: perchè io l’ho a cuore mille volte più che se toccasse la mia persona, ornai fastidita di tutto questo mon-