Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/352

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dunque che succedendo questo io torno a infastidirvi, e ripe- tervi quello che vi dicea nella mia che si smarrì, che la spesa dovendosi fare del mio privato erario, il sesto, il num.° delle copie e la carta vorrebbero esser tali ch’ella non passasse le 35 o 40 lire, massime che il num.° delle facce non potendo essere altro che uno, tanto quanto s’ingrandisse il sesto, si crescerebbe la spesa. Alcune poche copie mi piacerebbe che fossero in carta velina o cerulea o simile, le altre di quella miglior qualità che potrà comportare la strettezza della spesa; la stampa di costì o di dove vi piace. Perdonatemi di questo fastidio, e caso che il Ms. vi giunga, non ve ne date maggior pensiero che di quel nego- zio che vi preme il meno di tutti. Nell’ultima vostra vi vedo molto malinconico, e potete cre- dere che non so come consolarvi, se non pregandovi a concedere qualche cosa alle illusioni che vengono sostanzialmente dalla natura benefattrice universale, dove la ragione è la carnefice del genere umano, è una fiaccola che deve illuminare ma non incendiare, come pur troppo fa. Vorrei bene che vi potesse con- fortare Famor nostro, chè se voi doveste esser lieto a propor- zione che questo è grande, non so se persona del mondo sarebbe più lieta di voi. Quanto a noi due miserabili, quel tenuissimo raggio s’è dileguato,2 e non ci resta niente a sperare da anima viva fuorché da noi stessi. Amateci, o caro, chè noi saremo sem- pre vostri in qualunque condizione. Addio, addio.

160. A Pietro Giordani.
Recanati il giorno di Natale 1818.

Mio carissimo. Sapendo che siete costì, e avendovi scritto circa un mese addietro, cioè il 27 del passato, ricevuta la vostra dei 15; e non vedendo risposta, vi scrivo p[er] ripetervi una delle cose contenute in quella lettera la quale dubito che sia smar- rita. Ed è che il Ms. parimente smarrito del quale vi parlava in una delle passate, era un piccolissimo libricciuolo ch’io vi pre-