Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/373

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consigliavo ad esercitarvi prima nella prosa che nei versi: ve ne ricor- date? Oh fate quel che volete: ogni bella e grande cosa è per voi: voi siete uguale a qualunque altissima impresa. Oh quanto onore avrà da voi la povera Italia; e forse ancora quanto bene. Vi abbraccio con tutta l’anima, ribaciate Carlino.

173. A Giuseppe Grassi.
[Recanati 8 Febbraio 1819.]

Stimatissimo Signore. Il mio nome sarà nuovo senza fallo a V. S. ma perchè il suo non potrebbe arrivar nuovo a nessun italiano, per questo io, desiderando vivamente da molto tempo la sua conoscenza, alla fine mi sono indotto a scriverle, vincendo il timore e la ripu- gnanza che mi dava la cognizione della mia piccolezza, e spe- rando che la bontà, la quale so che in V.S. sta del pari colla dottrina, mi perdonerà e forse anche gradirà questa mia confi- denza ch’è nata dalla considerazione della sua cortesia. Non nego, anzi confesso distintamente che ho sommo bisogno di questa sua cortesia perch’Ella non si rechi ad offesa la mia presunzione, giacché non ho avuto altro motivo d’infastidirla che le sue virtù e la fama singolare segnatamente nelle lettere; in maniera che m’ha servito di sprone quello stesso che m’avrebbe dovuto rite- nere. Ma s’io non ho saputo resistere al desiderio d’essere testi- monio più speciale delle sue virtù, e godere dell’ingegno di V. S. più particolarmente che non ne gode il comune degl’italiani, non posso fuorché pregarla che mi scusi in rispetto della sua benignità, ed anche voglia attribuire qualche parte della colpa a se medesima, perch’io non avrei pensato a disturbarla se V. S. si fosse contentata di tanto merito quanto avesse potuto restare, non dico ignoto, ma senza quel grido che è penetrato ancora in questo mio romitaggio o piuttosto serraglio, dove mancano egualmente e i diletti della società civile, e i vantaggi della vita solitaria. Quanto spetta al libricciuolo1 che sarà con questa,