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Di Giannantonio Roverella. |
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Di Cesena li 31. Marzo 1819. |
Pregiatissimo S.rc Conte
Debbo prima d’ogni altra cosa chiederle perdono se tardi rispondo
alla pregiatissima sua lettera del 22. cadente mese, e significarle (onde
non meritare taccia di negligente e mal creato) che qua giunse mentre
erami recato a Ravenna, e soltanto jeri al mio ritorno l’ho trovata
assieme alle due Canzoni, delle quali V. S. ha voluto farmi spontaneo
dono. Più gradito certamente essere non mi poteva e per i franchi ita-
liani concetti in quelle espressi con versi nobilissimi, e per aver in V. S.
per essi conosciuto un felice coltivatore di sì bell’arte ed uno di que’
pochissimi, cui non vano nome è la nostra comune Patria, miserissima
p[er] nequizia de’ tempi e p|er] viltade di tanti ingannati e inganna-
tori. Le ne rendo sincere grazie; e altrettante ne renderò al mio ami-
cissimo Pietro Giordani, cui debbo il favore della conoscenza di V. S.
e delle poesie, delle quali mi è stato cortese. La prego, scrivendo (sic-
come desidero) altri versi di non essermene avaro: di credermi uno
de’ suoi ammiratori, nell’atto che con stima e gratitudine mi dichiaro
Di Lei pregiatiss.0 S.rc Conte
Devmo obblig.mo Servidore
Gian-ant.° Roverella
210. |
Di Alessandro Calciati. |
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Stimatissimo Sig. Conte
Sono grato al Sig.r Giordani che m’abbia procurata la di lei cono-
scenza, siccome gratissimo a lei che mi tenga nel numero di quelli che
sanno pregiare le di lei virtù. Più volte s’era di lei parlato coll’amico
comune, e fatta parola singolarmente della somma di lei dottrina e intel-
ligenza del greco linguaggio. Ora però la di lei benignità verso di me
m’è stata cagione ch’io in lei conosca un nuovo merito, quello cioè
di un alto valor poetico come me n’hanno data certa prova le bellis-
sime di lei canzoni.