vuole negli altri casi, non isdegni d’adoperarla con me, che sono
e desidero ch’Ella mi conosca e mi tenga per suo
Drào Obblmo Sre Giacomo Leopardi |
Stimatiss. sig. Prof.
Benché la sua leggiadrissima dei 5 non sia di quelle che
domandano risposta onninamente, a ogni modo avendo trovato
uno scrittore così gentile e amatore così fervido di questa povera
terra, non mi so dar pace s’io non m’adopro quanto più posso
per confermarmi la sua benevolenza. Quando bene io fossi stato
di ghiaccio verso la patria, le parole di V. S. m’avrebbero infiam-
mato: nè certamente io presumo di potere altro che pochissimo:
tuttavia non lascerò che si desideri niente di quello ch’io possa,
nè mancherò all’esortazioni di V. S. Secondo me non è cosa che
l’Italia possa sperare finattanto ch’ella non abbia libri adattati
al tempo, letti ed intesi dal comune de’ lettori, e che corrano
dall’un capo all’altro di lei; cosa tanto frequente fra gli stra-
nieri quanto inaudita in Italia. E mi pare che l’esempio recen-
tissimo delle altre nazioni ci mostri chiaro quanto possano in
questo secolo i libri veramente nazionali a destare gli spiriti
addormentati di un popolo e produrre grandi avvenimenti. Ma
per corona de’ nostri mali, dal seicento in poi s’è levato un muro
fra i letterati ed il popolo che sempre più s’alza, ed è cosa sco-
nosciuta appresso le altre nazioni. E mentre amiamo tanto i clas-
sici non vogliamo vedere che tutti i classici greci tutti i classici
latini tutti gl’italiani antichi hanno scritto pel tempo loro, e
secondo i bisogni i desideri i costumi e sopra tutto, il sapere
e l’intelligenza de’ loro compatriotti e contemporanei. E com’essi
non sarebbero stati classici facendo altrimenti, così nè anche
noi saremo tali mai, se non gl’imiteremo in questo ch’è sostan-