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Di Pietro Brighenti. |
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Sig. Co. Padrone Veneratiss.0
Dopo la di Lei compitiss.™ Sua del 21. maggio, io non ho più rice-
vuto alcuna sua Lettera, e sono sempre in desiderio di sentire se ha
ricevuto il Dino, e per la posta le prose di Giordani. - La prevengo
che io ebbi N. 50. copie delle di Lei sublimi Canzoni, e che mi occorre
si degni di dirmene il prezzo, onde io possa farne seguire la vendita
secondo è di sua intenzione.
Il nostro buon giordani mi dice di riverirla, e di significarle quanto
segue: «Ditegli che oggi (2. Luglio) ricevo la sua 21. giugno, e gli
rispondo subito due righe. Ma la sua 4. giugno andò perduta... Dite-
gli che per l’avvenire mi scriva a Milano».
Io mi offro, S.r Conte, a suoi veneratissimi comandi, e pieno di
ammirazione mi professo
suo devmo obblmo Servitore.
Avv.10 Pietro Brighenti
Dalla tua del secondo di questo, e da una del nostro Brighenti
vedo che colla mia de’ 4 di Giugno si smarrì la notizia ch’io
ti dava di avere avuto lettera dal Montani, e trovatala molto
leggiadra e piena d’amor patrio. Risposi, ma non ho avuto mai
replica, e sono due mesi e più. Colpa o delle poste, o come
sospetto, di una censura domestica istituita novellamente p[er]
le lettere che vanno; e questo perchè cum horrore et tremore
si sono accorti ch’io èXeudepa cppovcò rcept xcóv xoivwv.1 - Mi
conforti ch’io non lasci gli studi. Ma sono quattro mesi che
m’hanno lasciato essi p[er] debolezza d’occhi, e la mia vita è
spaventevole. NelPetà che le complessioni ordinariamente si ras-