Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/458

Da Wikisource.

sarò un altr’uomo perduto, e il milionesimo esempio della mal- vagità degli uomini. Aggiungete le infinite e micidiali malinconie inevitabili nel mio carattere e in una vita come quella ch’io son costretto a menare. Le quali mi rovinano la salute in modo che qualunque male mi sopravvenga una volta, non mi parte mai più, p[er] la somma forza di un’animo [sic\ tutto angustiato e ristretto nella sua tristezza, sopra un corpo debolissimo e travagliato; al che ognun vede non potersi dare altro rimedio se non distrazioni potenti, e capaci di far contrarre allo spirito un abitudine [sic] diversa dalla passata. Dirò in ultimo un’altra cosa. Io sono stato sempre spasimato della virtù: quello ch’io volea eseguire non era delitto: ma io son capace anche della colpa. Si vergognino ch’io possa dire che la virtù m’è stata sempre inutile. II calore e la forza de’ miei sen- timenti si poteano diriggere a bene, ma se vorranno rivolgergli a male, l’otterranno. E gran tempo ch’io so qual è la via d’esser meno infelice in questo mondo, e ne vedo gli esempi in questa stessa città. Non mi costringano a entrarvi. Non fo gran conto di me: pur mi parrà sempre formidabile chi avendo amata la virtù da che nacque, si consegna disperatamente alla colpa. Perdonatemi il tuono che ho preso per la prima volta in que- sta lettera, e che in parte mi pento d’avere usato. Io non vorrei mai scordarmi de’ miei doveri, io vorrei essere infelice io solo,5 e vi giuro che se qualche cosa mi turbava nella risoluzione ch’io aveva formata, non erano nè i pericoli a cui m’esponeva, nè i biasimi altrui, de’ quali non fo nessun .conto, nè la morte che i disagi e la povertà m’avrebbero proccurata ben presto con mia consolazione, ma il solo pensiero di dar disgusto ai miei geni- tori. Io ho sempre amato mio padre e l’amerò: e mi duole che voglia trattarmi come gli altri uomini, e creda l’inganno più van- taggioso con me della schiettezza, mentre mi sembra d’aver dato prove sufficienti del contrario. Ripeto ch’io non desidero se non d’essergli sempre riconoscente e rispettoso, e certamente sarò tale nel fatto, se non potrò anche nelle apparenze. Io non mi pento della condotta passata, nè bramo cangiarla. Solamente