Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/543

Da Wikisource.

Scrivo in fretta e sempre infermiccio, e di male umore. Lo spettacolo delle umane miserie, e per quelle che provo io, e per quelle che provano gli altri mi tiene in un continuo senso di tanta amarezza, che forse è cagione della mia mala salute. Basta: tirerò innanzi fino che si potrà. Desidero che la ediz.e della Canzone La soddisfi. Attenderò che mi dica come regolarmi per la loro distribuzione, prevenendola, che cia- scuna avrà la sua Cartina colorata. Sono intanto coi maggiori sentimenti dell’animo

il suo d.mo Servo, e amico
Pietro Brighenti
313. A Pietro Brighenti.
Recanati 10 Luglio 1820.

Sig. Avv. Prone ed Amico Stmo Non risposi subito alla sua 17. p.p. perchè aspettava da un ordinario all’altro una copia della nota stampa ch’Ella avea la bontà di promettermi fra poco. Ora non vedendola, e ricordan- domi che V. S. nella sopraddetta lettera mi avvisava di un suo incommodo di salute, vivo in molta angustia, temendo che questo possa essere accresciuto, e sia forse la cagione che m’impedisce di rivedere i suoi caratteri. La prego in tutti i modi a darmi o farmi dar notizie di Lei, perchè il mancarne in questo dubbio presente, mi riesce di molta pena. Sono anche molto affannato per l’ultima lettera del povero Giordani, dalla quale rilevai uno straordinario scoraggimento. Non ostante che tutti i buoni si trovino in questa condizione, tuttavia mi rattrista infinitamente il saperlo de’ miei cari amici. Se Ella avesse occasione di scri- vergli, mi farebbe somma grazia informandolo che io gli risposi ai 30 del passato, con quell’affetto, di cui sa ch’io sono capace. V. S. mi ami, e potendo, come spero, mi scriva, e m’abbia sem- pre per suo

Drho Servo ed Amico
Giacomo Leopardi