Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/580

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345. A Pietro Brighenti.
Recanati 30 Ottobre 1820.

Caro amico. Ricevo l’amata vra dei 25, la quale mi consola per una parte, e mi attrista per l’altra, informandomi della con- tinuazione delle vostre avversità. E ben duro per me il non potervi offrire altro conforto che quello che potrete trovare nella sincerità, intensità e costanza eterna dell’amicizia. In questa mia condizione presente, le parole sono la sola cosa che mi resti (e appena mi resta), ma tutti i fatti mi sono impediti. Mando gli se. 2.83, franchi per la posta. Il Conte Trissino ha scritto anche a me, e vi ringrazio caldamente della premura usata pel noto effetto. Così anche vi ringrazio del buon consiglio in ordine a Monti e a Perticari. Son persuaso di quello che dite; sono anche assi- curato dall’esperienza che ciascuno s’adopera per se, pochissimi per gli altri, e nessuno ha mai voluto adoprarsi per me. A ogni modo proverò. Circa la dedica vi risponderò, come voi mi comandate, colla libertà dell’amicizia. In tutti i casi ella è un onore ch’io non merito, ma che non saprei rifiutare per altre cagioni se non per queste che vi soggiungo. Se si tratta di una Dedica amichevole, come la mia al Co. Trissino, voi siete padrone di disporre del mio nome, e porlo in fronte a qualunque cosa vi aggradi, dico a qualunque senza eccezione veruna, perch’io non ho difficoltà di nessuna sorta in questo proposito. Ma se la dedica sarà di altro genere/ voi sapete, caro amico, che avendo voluto stam- pare le mie Canzoni tutte insieme, non ho potuto per mancanza di danaro. Sapete che mio padre è di principii differentissimi dai miei; e che d’altra parte, s’io non gli domanderei neppure il pan da mangiare, molto meno cose non necessarie. Questi miei detti potrebbero far credere a un altro, ch’io fossi uno de’ soliti amici, fervidissimi in parole, e incapaci di verun fatto; ma voi caro amico, non lo crederete, perchè conoscete tanto la mia situa-