cura di rendere alla virtù di V. S. quell’ossequio che può. S’ella
non prese in mala parte ch’io ricercassi da principio la sua cono-
scenza, neanche si sdegnerà ch’io m’adopri di conservare l’ac-
quisto fatto, nè rifiuterà di riconoscermi per suo
Dmo Obblmo Servitore Giacomo Leopardi |
Piacenza 5. Novembre [1820] |
Mio amatissimo. Pio ricevuta in Milano la tua 20. Ottobre. Ma
non so quale diabolico destino vuole che ogni tua mi annunzi sempre
qualche perdita; e per più dispetto mi lascia venir solo le tue brevis-
sime, e mi ruba le meno brevi: così accresce a te la vana fatica, e a
me il dolore. Ecco perduta anche la tua 4. Settembre: nè altra n’ebbi
dopo quella dei 14. agosto. Oh poste abominabili! Ma bisogna indu-
rarsi nella pazienza contro i mali che non hanno altro rimedio. T’av-
verto ch’io starò qui immobile tutto l’inverno, et ultra; e ci andremo
scrivendo.
Ti ringrazio cordialissimamente di questa tua letterina carissima,
benché breve. Ti raccomando e ti supplico di avere gelosa cura della
salute: non affaticarti e non istancarti: sappiti conservare, se vuoi poter
avere negli studi una consolazione alle indegne miserie. Io sto alquanto
meglio: ma non mi assicuro di poter reggere a niuno studio.
Ti scrivo breve c in fretta, perchè tornato da Milano ho trovato
qui un gran fascio di lettere, e moltissime noiose brighe di affari dome-
stici. Poi ci scriveremo più comodamente e più largamente. Ti scrissi
che il liceo di Lodi non si farà certamente nel 21; e chi sa anche se
mai più. Brighenti mi disse di averti consigliato a ricercare la cattedra
«li eloquenza che dee vacare in Bologna. Oh quanto te la desidero!
In Milano feci ristampare l'Arte della Perfezion Cristiana del Cardinal
l’allavicini;1 e vi premisi un discorso sulla vita e le opere dell’Autore.
<.)uell’opera è scritta eccellentissimamente: fattela mandare da Bolo-
gna, dove deono esserne copie. Salutami carissimamente Paolina e Car-
lino. Io ti abbraccio e ti amo con tutto il cuore, quanto non si può
esprimere. Addio amatissimo. Addio.