come desidero, della somma stima che fo di tanto ingegno che Dio
le ha dato e di tanto studio con che ha aumentato straordinariamente le
sue cognizioni. Augurandole la più prospera salute, ed a me il vantag-
gio de’ suoi riscontri, e del suo stimabilissimo carteggio, se non le sarà
grave, mi riprotesto
Servo ed Amico
A. Mai
Gentilissimo S.r Conte Prone
La ringrazio assai delle sue dotte osservazioni,1 e sicuramente ne
profitterò all’occasione di rivedere la mia dissertazione. Io convengo
nella sua massima, che un argomento sterile debba esser trattato con
una discussione briosa; ciò peraltro quando siamo nella nostra libertà.
Ma se l’uso e l’osservanza ci condanna ad esser più prolissi, qual par-
t ito si potrà prendere? Forse medio tutissimus ibis; ma non so neppur
io questo mezzo, distratto finora da altre brighe forensi. So bene però,
che le mie obbligazioni sono grandiss.me, e che io sarò contentiss.1"0
se io potrò rimostrargliele coll’esecuzione de’ suoi comandi, in atten-
zione de’ quali ho l’onore di raffermarmi costantemente
suo Dvmo ed Obbmo Serv.c
Teodoro Fusconi
353. |
Di GiannAntonio Roverella. |
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[di Cesena questo dì 12. Novem.e 1820.I |
Stimo S.rc Conte
Iersera mi giunse l’amorevole sua lettera del 6 corr.6,1 e con essa
un’esemplare [sic] della canzone al Mai, di che Le è piaciuto farmi dono.
Ne la ringrazio di cuore, e mi rallegro sinceramente che l’amore p[erl
questa sventurata e travagliata comune nostra Patria, l’Italia, abbiale
inspirato sì nobili e generosi concetti, e dato animo in questi tempi