Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/604

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la nfa vita è un continuo tormento, ma la vra grazia cela renderà sof- fritele in virtù di una speranza futura. Salutate tti li vri, caramente gradite li saluti di tti di Casa mia di Vito e sua Famiglia, dite a D. Vincenzo che sono inquieta p[er]chè non mi ha risposto. Addio Giacomo mio, amatemi e credetemi la vra Affma Zia Melchiorri.

376. Di Leonardo Trissino.
Vicenza 7. febbraro 1821.

Stimatissimo Signor Conte. La ringrazio quanto mai della sua let- tera affettuosa del 26. gennaro, la quale è venuta immacolata. Ho l’animo soddisfatto veramente di sentirla contenta più del solito della sua salute; e di questa conferma io avea desiderio grande. D’altronde non è poca la mortificazione mia, che le due lettere del 13. e 23. otto- bre donatemi dalla sua amorevolezza non siano mai giunte nelle mie mani. Così io sono tristo della perdita di qualunque comando, o noti- zia, che avesse potuto rallegrare l’osservanza che le professo. E prego la sua bontà di volersi dolere della mia sfortuna. Nessuna novità let- teraria, che meriti essere scritta, non forniscono questi paesi. I quali ora non sono che spettatori di movimenti, che parlano altamente di guerra. Il nome di questo flagello raddoppia la mia timidità, perchè debole mi volle ogni altra ragione più che la natura; e anche il pensare al male degli altri mi spaventa. Di grazia non dimentichi, Signor Conte, che delle notizie della rispettabile sua persona io sarò sempre voglio- sissimo; e che ossequiosamente sì, ma affettuosamente io sono

Suo Servitore vero ed Amico.
Leonardo Trissino
377. Di Pietro Brighenti.
Bologna 14. Febbraro 1821.

Mio pregmo Signore, ed amico. Ebbi in tempo debito la gratiss.a vra del 19. gennaro, e se non vi ho risposto sin qui, incolpatene la trista fortuna, che mi perseguita,