Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/628

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a non mantenermi fuori di qui a sue spese; di maniera che, non trovando impiego, io non metterò piede fuori di Recanati, fino all’età di sessant’anni, secondo il corso naturale. Ora Ella vede, che di prima uscita, e specialmente nella oscurità, e debolezza di mezzi, in cui mi trovo, è impossibile conseguire un impiego, se non di pochissimo conto. E questo pure mi sarà difficilis- simo l’ottenerlo: ma in ogni caso, bisogna ch’io mi contenti del poco, ovvero mi determini a passar tutta la mia vita in questo luogo, vale a dire in una perfetta inutilità. Ma di questo non accade far lungo discorso, e già da gran tempo io fo conto di non esser nato, giacché la mia fortuna ha voluto che, quanto a questo mondo, mi fosse molto più espediente il non vivere, che il vivere. Mi addolora estremamente la notizia de’ suoi presenti incom- modi di salute. Mi consola la speranza, che col ritorno della buona stagione, Ella debba sentirsene alleggerito. E prego di cuore il cielo a compiere in questo il mio desiderio. Attenderò con impazienza i lavori, certamente, e secondo il consueto, dot- tissimi, ch’Ella mi dona. E di ciò la ringrazio senza fine, come ancora delle premure che si è compiaciuta di fare usare in favor mio con Mons. Mai. Queste grazie confermano la riconoscenza vera e cordiale ch’io le professo da gran tempo, e seguirò a pro- fessarle perpetuamente; desiderando che’Ella mi adopri come suo

D.mo Obbl.mo Servitore ed Amico
Giacomo Leopardi
399. Di Pietro Brighenti.
Bologna 25. Aprile 1821.

Mio buon Amico. Scusate se tardi rispondo alla cara vra del 26. marzo: ma io sono stato pienissimo d’imbarazzi non solo per la ediz.e del Giordani, quanto per altre cose, e queste molto nojose, e spiace- voli al solito di chi si trova nelle mie circostanze. Vi accludo la Let- tera che Giordani mi dà per inviarvi,1 a seconda de’ vfi desiderj. Egli