Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/633

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ganza notabile, e straordinaria senza fallo in tali lavori d’acca- demie o di scuole, che quasi sempre si raccomandano alla mise- ricordia di chi legge o ascolta. Non dubito che non abbiate riscosso gli applausi che vi convenivano. E passando dallo stile alla materia, che importa assai più, non posso abbastanza lodarvi del vostro zelo per la riformazione degli spettacoli italiani; spet- tacoli barbari, e simili oramai a quelli della China. Le vostre osservazioni sono veramente utili, e a questo debbono mirare (e non mirano) gli scrittori; dico a giovare ai loro contempora- nei come cercavano di fare tutti gli antichi e tutti i classici, che non sarebbono classici se non avessero scritto per altro fine che di scrivere. Io non credo che dopo la Spagna, in punto spet- tacoli barbari, si possa addurre nell’Europa colta verun esem- pio di maggior corruzione, che l’italia. Conseguenza pur troppo naturale dell’aver noi perduto il nome e la sostanza di nazione. Farete gran servigio all’Italia pubblicando l’opera che promet- tete sugli spettacoli, e dovranno ringraziacene tutti i buoni. Non vi stancate de’ vostri pietosi offici con Giordani. Io non posso più nè scrivergli, nè riceverne alcuna lettera, non so per qual motivo. Fate dunque voi le mie parti, e pregatelo che non si scordi di me, che s’accerti della mia continua memoria, e del mio sempiterno e svisceratissimo affetto. Vi esorto con tutta l’anima a proseguire con fervore la bella impresa che avete incominciata. Vogliatemi sempre bene, e cre- detemi perpetuamente vostro

immutabile e tenero e candido Amico
Giacomo Leopardi
404. Di Pietro Brighenti.
Bologna 6. Giugno 1821.

Mio buono e cariss." Amico. Vi ringrazio senza fine della cortese indulgenza, colla quale avete accolto il mio Babini. Non posso dissi- mularvi che mi sembra che il libretto sia stato generalmente ben accolto: