Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/654

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immune da sbagli; perciò così la le mandai. Di grazia la mi compati sca. Ciò di che traggo motivo per consolarmi è che, corretto ch’ei sia, non potrà far tanto disonore stampandosi nè a Lei, nè a me. In verbo tuo laxato rete. Avrei bramato, ch’Ella avesse meco usato del rigor let- terario, notando que’ sbagli, che vi saran per entro. Ma questo mio desiderio sarà sepolto, facendomi spalla il suo giudizio. La mi conti nui l’onore della sua padronanza, e mi creda Suo Devmo Obblmo Servo Vero. Ignazio Canco Guerrieri Fermo 2 Nov.e 1821

424. Di Pietro Giordani.
Milano 5. novembre [18211

giacomino mio adorato. Presto ritornerò per necessità a seppellirmi in quell’inferno di piacenza. Se avrò sufficiente salute cercherò qual- che oppio ne’ libri: se no la mia vita sarà veramente intolerabile. E non ho gran fiducia della salute; perchè già mi sento ricadere nel mio solito male; benché non ancora ne soffro gli estremi, dai quali per poco tempo mi liberai. Ma non anticipiamo il futuro. Intanto ti ringrazio infinitamente della tua carissima 26. ottobre. Saluto con tutto il cuore e te e Paolina e Carlo. Non ebbi quella tua lettera di luglio coi saluti del Marchese Antici; al quale ti prego di renderli costì, o di mandarli a Roma. Spero che a Piacenza mi scriverai, e mi darai tue nuove. Non t’inganni certo, o mio Giacomino, se fermamente credi che il mio cuore va ben lontano dal comune viaggio; e che io ti amo con tutto il mio potere. Oh quante volte parlo di te! come ci penso continuamente, e con quanto affanno di non poterti nulla giovare. Addio, mio caro. Addio con tutta l’anima: addio senza fine.