e che non si accorda a’ miei principi. Ora chi sa poi (dico io spesso)
che sembrerò a Leopardi, quando mi conoscerà di persona. Io non potrò
offerirgli che un cuore pieno di amore e di riverenza per Lui: ma basterà
egli questo sì umile tributo? Eccovi, caro Amico, in qual modo la vò
discorrendo della nostra amicizia, allorché voi credete che io la tra-
scuri. Fate adunque che venga il fortunato momento ch’io possa abbrac-
ciarvi; fate che possiamo stare un po’ insieme, e saziare la mia viva
brama di conoscervi e di parlarvi. Se io allora mi potrò assicurare sal-
damente un posto nel cuor vostro, posto che poi non mi venga tolto
o da quelli che più di me ne sono degni per rinomanza e per ingegno,
o da quelli che più si attirano le persone con lo splendore, e i titoli;
allora sì che io ne farò gran festa nell’animo mio, e vi sarò intorno
a ripetervi con tutta la libertà, che vi amo, e che voglio essere uno
con Voi. E se in queste idee di sommo conforto per me, potessi dar
luogo a qualche trista reminiscenza vorrei comprovarvi con alcuni fatti,
che anche in questo mio estremo abbandono, fui pure burlato da chi
vissuto prima con me, come si può vivere con la persona la più cara
del Mondo, cangiate le circostanze estrinseche di me e di Lui, sono
otto anni, che non ha ricordato il mio nome, o presa la penna per man-
darmi un saluto. Ma di ciò anche troppo.
Torniamo a noi, mio caro amico, e con la durevolezza clell’amor
vostro consolatemi dell’altrui incostanza. Molti sommi uomini dell’an-
tichità, de’ quali vi fate specchio, e rinnoverete a questa età le virtù
ebbero amici oscuri, e dilettissimi. Eccovi il posto che io ambisco
appresso di voi. In questo sentimento vi abbraccio.
vro aff.mo Amico, e Serv.
P. Brighenti
9. decembre [182il Piacenza. |
Mio adorato Giacomino. Già ti avvisai il mio venire a Piacenza,
e ’l dimorarvi tutto l’inverno. E tu che fai, che pensi, mio infinita-
mente amato giacomino? Che fanno Carlo? Paolina? si ricordano di
me? Tocca a te di operare che non se ne dimentichino. Io li ho sempre
in cuore, e come amabilissimi, e come tuoi. La mia salute, sempre fra-
gilissima, in questi giorni almeno non mi tormenta.