Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/656

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e che non si accorda a’ miei principi. Ora chi sa poi (dico io spesso) che sembrerò a Leopardi, quando mi conoscerà di persona. Io non potrò offerirgli che un cuore pieno di amore e di riverenza per Lui: ma basterà egli questo sì umile tributo? Eccovi, caro Amico, in qual modo la vò discorrendo della nostra amicizia, allorché voi credete che io la tra- scuri. Fate adunque che venga il fortunato momento ch’io possa abbrac- ciarvi; fate che possiamo stare un po’ insieme, e saziare la mia viva brama di conoscervi e di parlarvi. Se io allora mi potrò assicurare sal- damente un posto nel cuor vostro, posto che poi non mi venga tolto o da quelli che più di me ne sono degni per rinomanza e per ingegno, o da quelli che più si attirano le persone con lo splendore, e i titoli; allora sì che io ne farò gran festa nell’animo mio, e vi sarò intorno a ripetervi con tutta la libertà, che vi amo, e che voglio essere uno con Voi. E se in queste idee di sommo conforto per me, potessi dar luogo a qualche trista reminiscenza vorrei comprovarvi con alcuni fatti, che anche in questo mio estremo abbandono, fui pure burlato da chi vissuto prima con me, come si può vivere con la persona la più cara del Mondo, cangiate le circostanze estrinseche di me e di Lui, sono otto anni, che non ha ricordato il mio nome, o presa la penna per man- darmi un saluto. Ma di ciò anche troppo. Torniamo a noi, mio caro amico, e con la durevolezza clell’amor vostro consolatemi dell’altrui incostanza. Molti sommi uomini dell’an- tichità, de’ quali vi fate specchio, e rinnoverete a questa età le virtù ebbero amici oscuri, e dilettissimi. Eccovi il posto che io ambisco appresso di voi. In questo sentimento vi abbraccio. vro aff.mo Amico, e Serv. P. Brighenti

426. Di Pietro Giordani.
9. decembre [182il Piacenza.

Mio adorato Giacomino. Già ti avvisai il mio venire a Piacenza, e ’l dimorarvi tutto l’inverno. E tu che fai, che pensi, mio infinita- mente amato giacomino? Che fanno Carlo? Paolina? si ricordano di me? Tocca a te di operare che non se ne dimentichino. Io li ho sempre in cuore, e come amabilissimi, e come tuoi. La mia salute, sempre fra- gilissima, in questi giorni almeno non mi tormenta.