Cariss. Sig. Zio
Ho fatto subito leggere a mio Padre la sua gentilissima de’
29 scorso; ed egli m’impone di ringraziarla delle sue graziose
espressioni, e di mettere in sua libertà il mandare o no l’esem-
plare, ch’Ella dice, al Card. Rivarola, poiché mio padre non
glien’ha mandato.
Non per fare smorfie, com’Ella scrive, ma per vero senti-
mento, le dico di cuore e con piena sincerità, che quanto alle
opere da me divulgate, non ho altro desiderio; se non che la
memoria se ne cancelli interamente. Son cose giovanili; ed è
tanto lungi ch’io dica questo per affezion di modestia, che anzi
io le stimo indegne del mio grado letterario attuale, e credo che
oramai non mi convenga più di uscir fuori se non con qualche
cosa che mi ponga al di sopra di parecchi altri. Ed ultimamente
essendomi chiesta licenza da Verona di ristampare la mia Batra-
comiomachia, ho consigliato e proccurato io medesimo che se
ne scegliesse piuttosto un'altra; e quando vogliano onninamente
la mia, ho permesso che la ristampino (non avendo facoltà di
negarlo), ma con patto espresso che non si dia verun segno al
pubblico d’avermene fatto consapevole. Ella sa bene che il Guidi
e non pochi altri, quando ebbero acquistata una certa riputa-
zione, rifiutarono decisamente tutte le loro opere giovanili, e
proccurarono che fossero dimenticate. Le mie poi, meglio che
giovanili, si potrebbero chiamar fanciullesche, avendo riguardo
all’età in cui furono scritte. Escludo solamente da questo numero
le Canzoni, le quali però sono già bastantemente note costì, dove
appunto furono stampate.
Quanto alle opere di mio padre, ne avrei mandato l’Elenco,
se l’avessi potuto fare senza l’aiuto suo, e se egli me l’avesse
permesso. Ma anch’egli, ringraziandola molto dell’attenzione,
non ha creduto di doverne profittare in questa parte.