Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/679

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445. A Carlo Antici.
[Recanati 4 giugno 1822]

Cariss. Sig. Zio Ho fatto subito leggere a mio Padre la sua gentilissima de’ 29 scorso; ed egli m’impone di ringraziarla delle sue graziose espressioni, e di mettere in sua libertà il mandare o no l’esem- plare, ch’Ella dice, al Card. Rivarola, poiché mio padre non glien’ha mandato. Non per fare smorfie, com’Ella scrive, ma per vero senti- mento, le dico di cuore e con piena sincerità, che quanto alle opere da me divulgate, non ho altro desiderio; se non che la memoria se ne cancelli interamente. Son cose giovanili; ed è tanto lungi ch’io dica questo per affezion di modestia, che anzi io le stimo indegne del mio grado letterario attuale, e credo che oramai non mi convenga più di uscir fuori se non con qualche cosa che mi ponga al di sopra di parecchi altri. Ed ultimamente essendomi chiesta licenza da Verona di ristampare la mia Batra- comiomachia, ho consigliato e proccurato io medesimo che se ne scegliesse piuttosto un'altra; e quando vogliano onninamente la mia, ho permesso che la ristampino (non avendo facoltà di negarlo), ma con patto espresso che non si dia verun segno al pubblico d’avermene fatto consapevole. Ella sa bene che il Guidi e non pochi altri, quando ebbero acquistata una certa riputa- zione, rifiutarono decisamente tutte le loro opere giovanili, e proccurarono che fossero dimenticate. Le mie poi, meglio che giovanili, si potrebbero chiamar fanciullesche, avendo riguardo all’età in cui furono scritte. Escludo solamente da questo numero le Canzoni, le quali però sono già bastantemente note costì, dove appunto furono stampate. Quanto alle opere di mio padre, ne avrei mandato l’Elenco, se l’avessi potuto fare senza l’aiuto suo, e se egli me l’avesse permesso. Ma anch’egli, ringraziandola molto dell’attenzione, non ha creduto di doverne profittare in questa parte.