condanna; ed io godo che voi godiate un onesto sollievo. Desidero bensì
che anche per voi non sia tutto godere, e che la lontananza vi pesi,
il quarto almeno di quanto mi è greve. Attendo questa sera con ansietà
le nuove vostre, e del viaggio. Voi abbiatele buone di tutti noi, con
affettuosissimi saluti e abbracci di tutti. Salutate cordialmente il cava-
liere, don Girolamo, la tripudiante donna Marianna, e tutta la vostra
ospitatrice famiglia. Abbiatevi cura, e guardatevi, come vi dissi, da
ogni sorte di pericoli. Figlio mio, voi siete per la prima volta solo in
mezzo al mondo; e questo mondo è più burrascoso e cattivo che non
pensate. Gli scogli che appariscono, sono i meno pericolosi; ma non è fa-
cile il preservarsi dai nascosti. Addio, figlio mio. Scrivetemi, e non
mi nascondete qualunque vostra occorrenza. Iddio vi cuopra e vi accom-
pagni sempre colla sua santa benedizione, come io vi benedico e vi
abbraccio di cuore. Addio. Il vostro affezionatissimo padre.
Carissimo Sig. Padre
Lio ricevuto la sua amorosissima de’ 25 corrente, dalla quale
rilevo che dev’essere smarrita la mia scrittale da Spoleto ai 20.1
Non una quarta parte dell’amarezza che reca al suo bell’animo
la nostra separazione, ma per lo meno altrettanta è quella ch’io
provo: anzi ne’ primi giorni dopo il mio arrivo, fu tale il mio
smarrimento, trovandomi isolato, e lontano da’ miei più cari,
ch’io non credeva di poter durare in questo stato senza somma
e continua pena, come scrissi a Carlo, pregandolo di farle subito
leggere la mia lettera. Ora, quantunque l’assuefazione e alquante
conoscenze fatte m’abbiano un poco sedato e pacificato l’animo,
non m’hanno però compensato, nè mai cosa veruna del mondo
mi compenserà della vicinanza e del presente e visibile amore
de’ miei genitori e fratelli. Mi consola molto il pensare ch’Ella
preghi il Signor Iddio per me, affinchè mi liberi da’ pericoli del
inondo, che certo son gravi; e ch’Ella da lontano mi benedica,
c mi tenga per suo buono e fedele e tenerissimo figlio. Ma per-