Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/735

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9 tomo del Metastasio, ediz. del Zatta, segnato Luigi Leopardi. M’immagino che questo tomo debba mancare nel nostro corpo, e perciò l’avverto ch’è nelle mie mani. Reinhold, dal quale fummo a pranzo Domenica, mi disse di Lei molte cose obbliganti, e fra l’altre, che aveva ricevuta una sua lettera, e fattale la risposta. La sua carissima de’ 20 Decembre, mi giunse ritardata, come mi pare averle scritto. Da quando io la ricevetti, non mi sono potuto muovere da casa se non di rado, e andando a poca distanza, a motivo de’ geloni che ho ai piedi e che m’infastidi- scono assai. Non sono dunque potuto andare alla posta a riscuo- tere il Franco di cui Ella si compiaceva di farmi dono e di darmi notizia. Ed essendo somma in questo paese la difficoltà di riscuo- tere i Franchi senz’andare in persona, non ho trovato chi man- dare per me, fino a questa mattina. Così non prima di questa mattina ho potuto sapere che i dieci scudi non sono ancora arri- vati. Del che mi pare di dovere avvisarla. Questa notte, dopo dieci giorni di mal di punta, se n’è andato il povero Giuseppe Quercia.2 Anche la sua de’ 13, come scrissi ieri a Paolina, m’è giunta ritardatissima, cioè avanti ieri, ben- ché fosse arrivata a suo tempo in Roma. Non mancherò, com’ElIa amorosamente mi ordina, di fare che ogni ordinario parta qual- che mia lettera diretta alla mia famiglia. Nella quale, Ella dice troppo bene che regna un ordine veramente raro, il qual ordine tanto più si stima, quanto più si conosce il disordine delle altre famiglie nel loro interno. Lo stesso prendersi un poco d’inco- modo verso gli altri, affinchè tutti gli altri lo prendano verso di voi, è la più comoda cosa del mondo; e un piccolo e mode- rato codice di creanza è necessarissimo anche nel più intimo ed assoluto domestico. Ma qui, dove niuno si vuole incomo- dare; dove i figli alla Madre, la Madre ai figli, il marito alla moglie, la moglie al marito si contrastano abitualmente e since- ramente le pagnotte di pane, i sorsi di vino, i migliori bocconi delle vivande, e se li negano scambievolmente, e se li tolgono di bocca, e se li rimproverano, e si danno dei ghiotti gli uni cogli altri; ciascheduno è incomodato da tutti e tutti da ciascuno. Ma sarebbe impresa troppo lunga il descrivere minutamente le