Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/739

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ogni modo scrivimi, chè s’io non credessi di farti ingiuria, ti domanderei perdono di qualunque cosa in me ti fosse potuta dispiacere. Ho sentito tutte e due le opere; quella d’Argentina e quella di Valle. La prima è del Maestro Carafa,1 quasi tutta rubata a Rossini, ma così male, che non reca il piacere nè del- l’originalità nè dell’imitazione; e se il Carafa vi si disprezza, il Rossini non vi si può godere. Nessun pezzo interessante, fuor- ché un’aria del Contralto nel prim’Atto, la quale però sembra cominciata e non finita. Tutte le voci mediocri; eccetto il Tenore, cioè David, e il Contralto, cioè la Ferlotti.2 Il Basso è nulla, ed agisce anche poco nell’Opera. Il canto di David non mi ha fatto grande impressione perchè ci si conosce evidentemente lo sforzo. E perciò il corpo della sua voce, secondo il gusto mio, non può molto dilettare. Quanto all’agilità e volubilità del suo canto, le mie rozze orecchie non ci trovano niente di straordi- nario. Ma, comunque sia, la più bella voce applicata a una melo- dia che non significa niente, non può far grand’effetto. I Romani hanno lodato le decorazioni e disapprovato l’opera. Il ballo non è niente di buono quanto alla parte pantomimica, cioè all’imi- tativa. Quanto alla parte ballabile non è da disprezzarsi: ma tutto quello ch’è puro spettacolo, come il ballabile, dopo un quarto d’ora annoia. Non posso negare che le gambe dei ballerini, sui primi momenti, non mi facessero provar quell’effetto, che non mi farà mai provare la testa di nessun Romano, cioè la meravi- glia. Ma chi si può meravigliare per un’oretta e mezza, è molto ammirabile. Quanto all’opera di Valle, ch’è buffa, tenete per certissimo che il nostro Turco in Italia,3 non solamente per la musica, ma per ciascun cantante, a uno per uno, e tutti insieme, fu migliore senza nessunissimo paragone. Il teatro è per lo più deserto, e ci fa un freddo che ammazza. L’opera è del M. Celli. Gl’istrioni sono insoffribili. Un Parigi4 a confronto loro sareb- be un Angelo, e assicuratevi che non esagero. Non mi allungo di più perchè assolutamente non ho tempo, e questi così detti letterati non mi lasciano respirare. Ho dovuto scrivere un arti- colo sopra il Filone d’Aucher recentissimo.5 Sto disponendo per la stampa le Annotazioni all’Eusebio del Mai.6 Sono in 613 Biblioteca Comunale Dan Donino di Sarra FONDI