Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/762

Da Wikisource.

tacroce era l’altra sera al teatro, e non so ch’abbia avuto alcun male. Tornano i discorsi di guerra, ma non so con quanto fon- damento. La promozione1 è stata prorogata fino a Quaresima. La prego a incaricarsi de’ mici saluti, e baciandole amorosamente la mano mi confermo

Suo affezionatissimo figlio
Giacomo

Roma 24 del 1823

506. Di Adelaide Antici Leopardi.
Recanati 26: Gennaio 1823:

Caris. ed amatis. Figlio. Ad onta del divieto mi avete scritto due volte con tanta cordialità; ve ne sono tenuta, e molto più p[er]chè mi date notizie ottime della caris. vostra salute. Noi pure grazie al Signore la godiamo perfetta. Sempre più mi anima la lusinga della vostra buona condotta. Abbia- tevi tta la cura p[er]chè abbiamo un inverno crudo assai. Dite p[er| me mille e mille cose affettuose a Donna Marianna, ai cari Fratelli, non cessando mai di mostrargli l’infinita mia riconoscenza. Tanti saluti p[er] parte dei Parenti, delle Mazzagalli, e di D: Vincenzo partico- larmente. Addio, Figlio d’oro, continuatemi il vostro affetto sincero, e cre- diatemi di dio cuore La vostra Affrha Madre.

507. Di Carlo Leopardi.
[Recanati] 26. 1823.

Caro Buccio. Ti scrivo così dalla parte della fodera perchè sul diritto ti deve poi scriver Mamma, la quale mi hà dato sacra parola di non rivoltare, sicché possiamo parlar liberamente. Sono tanto contento che ti sei guarito. Sappi per consolarti delle duecent’ore che hai passato in letto, che contemporaneamente vi stava col tuo stesso male una per