Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/764

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decisione più matura, o in posizione da non voler nulla di questo, allora rifletteteci un poco, e ditemi il vostro parere. Io così non vivo molto comodo; domandare da quaggiù è presso a poco come fare un triduo; anche volendolo tentare, un appoggio forse aiuterebbe decisivamente, non è vero? Mi è venuta quest’idea: certo che così non posso reggere; mi vien da ridere quando penso come mi trattano: non mi danno niente, e vogliono brontolare. Il bello è che qui non si sa come passar le ore: leggere, libri nuovi non si trovano: musica non si può fare senza istru- mento: giuocare, come farei tutto il giorno, non c’è denaro: società; non si può nemmeno andar nelle case per rischio di giuocare: amore; di quell’ordinario o secca o costa; di quello sopraffino non si trova ad ogni passo, e poi, Buccio mio quando si è provato veramente squi- sito - ah non so levarmene il sapore, non è possibile. Non creder già che sia tanto coglione, ma finché non mi mette le come alte, io non devo inalberar le sue: in fabbrica però ci stanno sempre. Che fa quella cattiva? sta bene? è tornata di quella salute e di quella robustezza con cui venne? parlamene - o non me ne parlare: fa come credi. Quanto volentieri me le ricorderei! A me, mio malgrado, niente può ricordar- mela: sta sempre lì - oh! la metà di questa presenza alla sua mente, continua, involontaria, e sarei felice. Ma ti pare fra tante distrazioni! del resto poi non manco di forza: ella è in dovere di amarmi: in que- sto dovere si è messa da sè, e chi manca al dovere che si è eletto è disprezzabile. Disprezzarla! eh veramente non vi sono del tutto disposto - che ho da fare! m’ho da stritolar la testa se non posso comandarle? io faccio di tutto perchè essa senta delle cose che le diano motivo di lagnarsi di me: qui dicono che io sono innamorato di Clorinda, e spero che le arrivi all’orecchio: già sai come è fatto questo paese, basta che io entri per quella porta - aveva già preveduta questa voce, e natu- ralmente se vi avessi avuto che fare avrei preso delle misure per nascon derlo; ma sicuro di me, come della canaglia che mi circonda, ho lasciato che andasse come doveva: sicché se anche il S.r Giacomo si fosse lasciata sfuggire inavvertentemente qualche parola che potesse confer mare questo sospetto, non m’importa; e se nell’avvenire gli succedesse di ricadere in simili imprudenze, glie lo perdono. Paolina ti saluta tanto, e così tutti gli altri. Abbiti cura, e lasci che ti abbracci strettamente, mio caro Giacomo, addio.