Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/811

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prata la nfa salute. Io Figlio mio la credo, e da questo sangue prezioso attendo il perdono dei miei molti Peccati. Iddio che tanto generosa- mente ha patito per noi sigilli la sua santa Fede nel cuore di tutti voi miei figli, e dandomi qui in terra la gloria di vedervi suoi sinceri ado- ratori, mi dia in Cielo il gaudio di vedervi tutti sublimati in un seggio assai più alto di quello al quale può aspirare la mia miseria. Addio. Tutti stiamo bene. Abbiate la Benedizione, e gli abbracci del vro Affettuosiss.0 Padre

542. A Monaldo Leopardi.
Roma 2 Aprile 1823

Amatissimo Sig. Padre Rispondo all’ultima sua carissima dei 28 dello scorso. Il Cava- lier Marini all’aspetto è un uomo d’età fra i quarantacinque e i cinquantanni; di viso non affatto giovanile, ma niente vec- chio; fisonomia molto amabile e per lo più ridente; occhi vivi; colorito sanissimo; complessione forte; statura mediocre e per- sonale proporzionato. Tutto insieme, avuto riguardo al solo fisico, è dieci volte più amabile di quel che fosse Peroli. Ma perchè gli uomini si rendono aggradevoli colle maniere molto più che col semplice aspetto, le dirò che le maniere del Cav. Marini sono piacevolissime, e che il Cav. avendo sempre trat- tato e trattando con ogni genere di persone, ed anche nella Corte, possiede ottimamente l’arte di farsi amare. Quanto al carattere, io non saprei desiderare in lui cosa alcuna; anzi trovo in lui molto più e molto meglio di quello che avrei mai potuto sperare in un uomo di mondo e di lettere. Il Cav. è disingannato affatto del mondo e della società, ed ella se lo deve immaginare princi- palmente sotto questo aspetto. I suoi piaceri e i suoi desideri sono l’amicizia sincera, la pace domestica e i sentimenti del cuore che in lui sono vivissimi. Amava svisceratamente la sua moglie benché zoppa e brutta, e s’attristò della sua morte in modo che non trovava consolazione: io stesso l’ho veduto piangere sopra