questi pericoli, ma la poverina non ha ancora reso le armi alla
fortuna, come aveva fatto il Petrarca. La mantelletta si può dire
veramente che mi sia stata offerta, e questo dal Segretario di
Stato, come potrete vedere nella lettera che mi scrisse il Min.
di Prussia. Ma queste offerte son cose di tanto poco momento,
che non vale la pena di parlarne. Addio Carlo mio caro. Pensa
un poco se fosse mai possibile ch’io ti potessi servire in qualche
cosa, prima del mio ritorno. Forse potrò ancora ricevere un’al-
tra tua lettera, ed eseguire qualche tuo comando, se me ne farai.
La nostra partenza era determinata per li 28: ora il giorno pre-
ciso è in dubbio. Il certo è che la partenza è vicinissima. Addio
abbracciandoti e baciandoti.
Cara Paolina. Vi ringrazio assai della confidenza che mi
mostrate raccontandomi le vostre pene d’animo. Che mi pre-
ghiate ad interessarmi per voi, quantunque sappiate ch’io non
ho bisogno d’esser pregato per questo effetto; lo considero come
un segno che vogliate essermi grata anche di quello ch’io debbo
farvi per obbligo. Sappiate dunque che direttamente o indiret-
tamente, voi in realtà siete stata proposta al Cav. Marini, e che
questo non si è mostrato niente alieno dall’aderire a questo par-
tito, anzi ha lasciato vedere di esservi piuttosto propenso; e che
in somma è verissimo tutto quello che io scrissi al Papà nelle
lettere che avete lette. E vero ancora che il Cav. ha per le mani
un altro partito: e perciò ha detto a Melchiorri che gli era neces-
sario un pretesto o un’occasione per abbandonarlo: ma questo
pretesto e questa occasione son facili a trovarsi, se il Cav. vorrà:
ed io ho ragione di credere che lo voglia. Intanto io non posso
sapere qual risposta precisa egli abbia dato alla persona che gli
ha fatto la proposta relativa a voi. Il Zio Carlo non me ne ha
detto niente: son certo però che il Cav. non ha dato una ripulsa;